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Room 107

27-06-2013

LEGENDARY PINK DOTS

"Chemical Playschool 15"

Cover LEGENDARY PINK DOTS

(Rustblade)

Time: (54:35)

Rating : 7

Tornano i Legendary Pink Dots, in realtà mai spariti. Decine e decine di uscite spalmate in oltre trent'anni di attività rappresentano un bel record che poche band possono vantare. È chiaro che non sempre la qualità è stata eccelsa, complice anche una certa tendenza ad incidere qualunque cosa uscisse dai propri campionatori e strumenti. Tuttavia negli ultimi anni, vuoi per una maggiore esperienza, vuoi per una specie di saggezza musicale acquisita nel tempo, i lavori proposti da Ka-Spel e soci sono meno peggio di quanto si possa pensare. "Chemical Playschool 15" riprende nel titolo le primissime cose del progetto anglo-olandese. L'inizio della serie di "Chemical Playschool" risale infatti al 1981 e rappresenta in pratica lo start up da cui tutta la carriera dei 'puntini rosa' è partita. Il fatto che, almeno a livello di titolo, ci si ricolleghi al periodo iniziale, potrebbe rappresentare una sorta di volontà di ricominciare il percorso iniziato anni fa, o di chiudere il cerchio concludendo la propria storia artistica. Decisione quest'ultima che sarebbe davvero un peccato, visto che questo "Chemical Playschool 15" rappresenta una delle loro cose migliori degli ultimi anni. La ricetta sonora non cambia di molto, tuttavia la resa dei singoli pezzi è davvero ottima, a partire dall'iniziale "Immaculate Conception", dove il mood religioso suggerito dal titolo si stempera sui sibili dei synth, su cui Ka-Spel narra delle proprie visioni e dei propri incubi. Segue poi la suite molto anni '70 style (19 e più minuti...) di "Sparks Fly/Museum", dove le dissonanze elettroniche rimandano alle cose più sperimentali dei Throbbing Gristle. Tuttavia "Chemical Playschool 15" non è solo sperimentazione. Lo dimostrano "The Opium Den Parts 1-3", con un dulcimer dolcemente folksy a supporto della narrazione di Ka-Spel, e l'inizio percussivo di "Ranting And Raving", che tuttavia finisce in un mare di rumorismo e sperimentazione. I tre minuti della conclusiva "Immaculate Conclusion" non fanno altro che confermare l'indole sperimentalista e ultraterrena della musica del gruppo. "Chemical Playschool 15" non è assolutamente un capolavoro, ma aspettarsi un masterpiece da una band che è sulle scene da trenta anni sarebbe pura utopia. Però questa ultima fatica ci riconsegna una band che fa davvero quello che gli piace fare, senza vincoli e senza paura di rimettersi in gioco. Un album onirico e ipnotico che merita più di un ascolto.

Ferruccio Filippi

 

http://legendarypinkdots.org/

http://www.rustblade.com/