12-06-2013
MS30
"T.I.A."
(Silken Tofu)
Time: (56:30)
Rating : 7
Nasce nel 2010 dall'incrocio delle vite artistiche di TZii e del belga Aymeric De Tapol questo "T.I.A.", album che la Silken Tofu in certo qual modo glorifica stampandolo sia in CD che in doppio LP, dopo la pubblicazione nel 2011 di uno dei brani in formato download tramite la netlabel Idyosincratics. I due autori, muniti di una Korg MS20 e di una Korg MS10, uniscono la propria visionarietà elettronica attraverso minimalismi sonori, ambientazioni glitch e ritmiche sperimentali fuse con una propensione filmica decisamente fuori dalla norma. "T.I.A." consta di cinque lunghe tracce che assomigliano a figure geometriche, dotate di una decisa linearità e di netti cambi tonali che tendono ad assumere l'immagine di spigoli. Le coordinate portanti sono l'insistenza e la purezza: se il primo aspetto lo si ritrova in tanti autori di musica elettronica, il secondo sembra essere inizialmente un vezzo naif che prende sempre più corpo, fino a dare all'album una connotazione particolare in cui l'univocità del suono o del rumore diventano prerogativa centrale del concept. La traccia d'apertura, intitolata "Tambakunda", si presenta secca nei suoi passaggi tonali, spesso analogici e retrò, quasi frutto di una macchina impazzita che finisce con l'attestarsi su un motivo monocorde e pulsante. In "Marsassoum" iniziano a farsi sentire i battiti percussivi, qui di natura glitch e minimale con movimenti sussultori monotematici in sottofondo. Tali picchettìi insistono anche in "El-Wad", assumendo forme quasi cardiache mentre la circolarità inizia ad avere forme brevi, quasi binarie. Stesso schema viene ripetuto in "NDAR": qui la percussione diventa una sorta di marcia robotica immersa nel gelo di meccanismi automatizzati. La chiusa di "Rosso" è il momento più easy listening dell'album: le ritmiche e le linee di synth diventano un trip lisergico ossessivo che sfora i limiti della sperimentazione per entrare nei popolati campi della trance. Al di là dell'ispirazione che i due artisti sembrano aver subito dall'Africa Occidentale (evidente dai titoli e da alcune partiture percussive), ogni brano dell'album assomiglia ad un quadro monocromo: la prima idea che viene in mente è la tela azzurra di Klee o lo schermo blu filmato da Jarman, qualcosa di uniforme, ipnotico e freddo, a suo modo statico per la reiterazione del suono, ma anche in movimento per i riverberi e le pulsazioni che la medesima insistenza tonale produce. Fuori da ogni schema, lontano dal rumorismo, dal noise ma anche dalla musica intesa come intrattenimento o mezzo di provocazione. Complesso e affascinante al tempo stesso, "T.I.A." comunica sensazioni con un linguaggio sonoro sorprendentemente pulito.
Michele Viali
http://www.myspace.com/ms30atms30