05-06-2013
ART OF EMPATHY
"Posthuman Decadence"
(Bunkier Productions)
Time: (64:48)
Rating : 8
La rediviva Bunkier Productions mette a segno un gran bel colpo, dando finalmente ad un gioiellino come "Posthuman Decadence" la possibilità di uscire dai circuiti del download e di raggiungere il mercato dei supporti fisici. "Posthuman Decadence" usciva nel 2010 e, così come l'ancora acerbo debut "Evening Sessions" del 2007, veniva reso disponibile solamente in download gratuito grazie al lavoro congiunto di ben quattro etichette (Seventh Crow Records, afmusic, Enough Records e Wildness Net Label), laddove era stata l'italiana Ekleipsi ad occuparsi del primo album. Un gran bel colpo per la label polacca, perché davvero non si capisce come un disco di questa portata sia potuto rimanere confinato al free download, ma, come si dice, meglio tardi che mai, e a racchiudere il CD arriva ora anche un raffinato digipak formato A5. Se alla prima uscita il solo-project del belga Jef Jannsen ci era parso ancora in cerca di una reale identità, preso com'era da ballate acustiche emozionali ancora da rifinire, nel seguente capitolo la musica è davvero cambiata, come alcuni probabilmente già sapranno bene. Presa un'eccellente piega dark-folk dai tratti passionali e finanche marziali, il songwriting di Jef è letteralmente decollato, come dimostra un album in cui è tangibile la crescita esponenziale sul piano esecutivo, su quello della produzione e negli arrangiamenti. Animato da una carica emozionale legata ad un pathos tipicamente darkwave, Jef si cimenta in ogni aspetto del processo produttivo (salvo che per qualche piccolo aiuto esterno) e mantiene altissima l'intensità per tutta la lunga durata dell'opera, fra crescendo memorabili e picchi emozionali guidati dalla sua voce profonda e cavernosa. Un'opera che trasuda dolore e tensione drammatica (peccato non poter disporre dei testi), regalando perle dark-folk di altissimo valore come la marziale e sontuosa opener "The Design" (completa di pregnanti inserti di tromba), le più gotiche e piano-based "Good Morning Sick World" e "If This Is A Man", l'altro picco di marzialità "Beautiful War" (capace di un piglio sinfonico davvero possente) e la ballata neofolk "Virile Earth". Un lavoro da assaporare e godere fino in fondo, sino alla conclusiva title-track (sorta di collage/remix delle tracce "Raw" e "Those Days", entrambe dal debut), per un suono che in più punti richiama gli Ordo Rosarius Equilibrio, ma che sposa la causa di un dark-folk ancor più intimo, dolente, passionale e gotico, sempre con la giusta dose di personalità. In Jef convivono le capacità giuste, l'ispirazione ed il carisma necessario per regalare grandi prove: aspettando un terzo album per il quale le aspettative salgono inevitabilmente alle stelle, consigliamo vivamente il recupero di questa splendida uscita, che merita un posto nelle migliori collezioni di dark-folk.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.bunkierproductions.com/