05-06-2013
ARGHEID
"Gottloses Unterfangen"
(SkullLine)
Time: (39:34)
Rating : 6.5
Nella prima fase del sodalizio iniziato finalmente fra noi e la tedesca SkullLine ci capita di tornare su qualche uscita non proprio nuovissima, come l'esordio di questo solo-project facente capo a Mathias Suska, uscito ad inizio 2012 in 500 copie numerate a mano: 400 in edizione standard, 70 con ulteriore CDr annesso e 30 in un box in legno comprendente anch'esso entrambi i dischetti. Il campo d'azione del musicista tedesco è quello del neoclassic/martial, dove a dominare sono archi e fiati su uno stuolo di percussioni roboanti, come da copione. Forte di una produzione dignitosa e di un buon gusto melodico che si ravvisa nelle ampie porzioni sinfoniche, l'artista di Dorum sa bene come esaltare i toni epici e sontuosi delle proprie composizioni, come l'iniziale title-track chiarisce immediatamente. Quello di Argheid è un suono sicuramente battagliero (la tesa "Bataillon", la marcia verso il nemico di "Spear Of Destiny"), ma non carico di quella minacciosità su cui altri act del settore martial/industrial puntano tutto o quasi, al punto di lasciar intravedere finanche spiragli di luce ("Innocent Eyes", dedicata dal Nostro alla figlia Leni). Realmente minacciosa si rivela solo la cupa "Ritus", mentre la dolente "Wie Das Leben Spielt" si fa apprezzare per i suoi toni drammatici; bene gli echi antichi della più melodiosa e paganeggiante "Feuerreigen", ma il vero picco dell'opera è "Hexenbrand", song che sa mostrarsi in tutta la sua solenne maestosità, lasciando spazio a dei teatrali spoken word su basi pianistiche. Certo la formula di Argheid non offre nulla di innovativo, ed in qualche frangente la tensione cala inesorabilmente (saggia in tal senso la decisione di tenere il minutaggio entro certi limiti), ma il buon gusto melodico ed un certo pathos d'estrazione classica valgono comunque la sufficienza ad un debutto senza dubbio dignitoso, con la speranza che nel prossimo lavoro Mathias voglia ampliare gli orizzonti del proprio songwriting per non essere più solo uno fra tanti.
Roberto Alessandro Filippozzi