25-04-2013
MANASUNA
"Breath Beyond"
(Rage In Eden)
Time: (43:49)
Rating : 8.5
Come la più gradita delle sorprese irrompe sulla scena il sestetto polacco Manasuna ("monsone"), che grazie alle cure dell'attenta connazionale Rage In Eden (sempre più decisa ad allargare i propri orizzonti sonori) trova finalmente la via verso l'esordio assoluto. Per introdurre all'arte di questi favolosi musicisti è impossibile prescindere dalle loro stesse parole: "Il nostro debutto è una miscela culturale che va dall'antica Persia, passando per l'India, i Balcani, la musica classica e spruzzando il tutto con elettronica moderna - musica classica electro/etnica...". Se questo ancora non basta per darvi l'idea di cosa potrete ascoltare nei brani di "Breath Beyond", date uno sguardo - sul sito web della band - all'ampia gamma di strumenti impiegati, specialmente quelli a corde (non solo violino e violoncello, ma soprattutto un sacco di pezzi anche antichi di origine mediorientale o asiatica), per tacere dei vari tipi di percussioni e di fiati... Un po' come i Faun, che alla loro riscoperta delle antiche sonorità rinascimentali e medievali avevano combinato l'elettronica, anche i Manasuna uniscono la funzionalità dei pattern sintetici ad una base fortemente organica, senza calcare la mano in tal senso, ma a tratti in maniera decisiva. Quel che colpisce della musica del sestetto, praticamente tutta strumentale (fatta eccezione per qualche sporadico inserto vocale, anche di throat singing), è l'abilità di questi preparatissimi strumentisti nel combinare così magicamente e con enorme intensità le percussioni etniche, le melodie esotiche degli strumenti a corde e dei fiati e la grande passionalità sinfonica degli archi in trame che ammaliano al primo istante, legando il tutto con inappuntabile fluidità e l'importante apporto dei pattern elettronici. Di gente che certe melodie le suona bene e che conosce le malizie necessarie ad arrangiare un pezzo affinché assuma il gusto etnico o esotico che si preferisce ne abbiamo sentita tanta, ma coi Manasuna non si ha mai l'impressione che un brano possa essere un mero esercizio di stile: c'è reale passione per queste sonorità, e lo si avverte chiaramente quando ci s'immerge nei più fulgidi gioielli dell'opera, come nella sontuosità di "Monsoon Approaching", o nelle magiche armonie di "Into The Space Behind" (capace di un finale che gronda pathos), o ancora nelle melodie maestose di una "The Rabab Of The Raja" che si muove su basi prossime alla dubstep. Un lavoro che trasuda reale bellezza e immane intensità, privo di cedimenti di sorta, da assaporare volta dopo volta, con la certezza di scoprire sempre nuovi eccitanti dettagli fra le sue pregiatissime e magnifiche tessiture. Un biglietto da visita da incorniciare per una band che, magari innestando in pianta stabile le voci giuste e sfruttandone appieno il potenziale, oppure anche 'solo' col grande talento e la limpida passione che animano i suoi membri, senza dubbio saprà stupirci e sedurci ancor più profondamente.
Roberto Alessandro Filippozzi