24-06-2007
TEARWAVE
"Tearwave"
(Projekt/Audioglobe)
Time: (45:32)
Rating : 6.5
Questo disco segna l'esordio per gli americani Tearwave, presi in considerazione dalla conterranea etichetta Projekt, spesso alla ricerca di band che possano rinverdire i fasti dell'indie-rock più malinconico. La band in questione costruisce un disco accattivante e furbo, fatto di dieci tracce compatte e molto simili tra loro, incentrate su suoni di chitarra debitori del Robert Smith di fine anni '80/primi anni '90 ("Wish" sembra essere un importante punto di riferimento) e su una voce femminile in linea con le tendenze più in voga del momento, in particolare Amy Lee (Evanescence) o Cristina Scabbia (Lacuna Coil), ma con retaggi più oscuri e malinconici che rimandano ad Elizabeth Frazer (Cocteau Twins). In sintesi, la voce di Jenn Manganello è un'arma a doppio taglio: se da un lato riesce a dare una spinta moderna al lavoro, dall'altro può dare l'impressione di ammiccare troppo ad altre cantanti più blasonate, nonché di rubare la scena alla strumentazione. In generale le sonorità strizzano l'occhio (come avverte l'etichetta stessa) agli Slowdive, ma anche ad alcuni prodotti più recenti di casa 4AD, nonché ad un mercato largo (lato senz'altro positivo per gli introiti, ma con qualche pecca congenita). Qualitativamente "Tearwave" è un classico prodotto medio della scena indie, se vogliamo un po' in ritardo sui tempi (forse un disco del genere poteva essere coniato a fine anni '90...), ma comunque gradevole e capace di suscitare l'attenzione per tutta la durata; se inoltre riuscite a lasciare spazio ad una certa malinconia di marca prettamente americana, fatta di neve e desolazione, il dischetto farà senz'altro breccia negli animi più depressi. I presupposti per migliorare ci sono e l'esordio, pur non essendo di quelli 'col botto', dà buone garanzie per un futuro forse più proiettato verso le grandi produzioni che verso la sperimentazione propria delle etichette indipendenti.
Michele Viali
http://www.myspace.com/tearwave