17-03-2013
DIORAMA
"Even The Devil Doesn't Care"
(Accession Records)
Time: (68:34)
Rating : 9
Quando tre anni or sono celebravamo a dovere una gemma rara come "Cubed", settimo album della band di Reutlingen, avevamo ben compreso come la creatura di Torben Wendt avesse raggiunto la sua dimensione definitiva, e come da lì in avanti ci saremmo potuti aspettare sempre e comunque qualcosa di nettamente superiore alla media e fuori dagli schemi precostituiti. Passati gli anni in cui lo sport preferito di certa stampa era accomunare i Diorama agli amici e colleghi Diary Of Dreams (a dire il vero non a torto, se pensiamo in particolar modo ai primi tre lavori), da "Amaroid" in poi la band tedesca è letteralmente decollata, e se anche col seguente"A Different Life" i Nostri non si sono ripetuti sui medesimi livelli, con "Cubed" Torben e soci si sono definitivamente conquistati un posto di rilievo nel gotha dei migliori act in assoluto dell'intera scena, abbattendo i confini della medesima. Merito anzitutto dell'anima del gruppo, ossia il mastermind Torben Wendt: non solo un eccezionale singer, ma soprattutto uno dei migliori compositori che la scena electro più melodica abbia conosciuto, capace di portare la sua creatura oltre i confini e le barriere di stilemi precisi quali il synthpop o l'electro-goth. Un suono che è maturato mirabilmente e costantemente sino a divenire col tempo sempre più organico, abbracciando sfumature proprie di correnti altre del calderone 'rock' senza allontanarsi da un'idea ben precisa, per giungere a canzoni dal potenziale realmente trasversale ed illimitato. "Even The Devil Doesn't Care", ottavo sigillo di una carriera discografica iniziata ormai ben 14 anni or sono, è la degna prosecuzione di un cammino mai statico e sempre rivolto alla prossima sfida, da parte di un act che neppure dopo gli unanimi consensi del precedente (capo)lavoro si è rilassato sedendosi sugli allori e/o innestando il pilota automatico. Il risultato si traduce in altre dodici fantastiche song, dove non vi è un solo piccolo segnale di cedimento (nemmeno nei toni più leggeri ed 'easy' dell'unica song in lingua madre "Weiss Und Anthrazit"): melodie semplicemente memorabili, costruzioni che frantumano gli schemi (sempre più ricche ed elaborate, ma non per questo 'difficili' all'ascolto), arrangiamenti prossimi alla perfezione assoluta, una perizia esecutiva da maestri, una produzione ai massimi livelli e, soprattutto, una voce unica e sempre capace di approdare a dei refrain perfetti, definitivamente senza eguali nella scena. A ciò si uniscano le consuete stupende liriche del sempre più ispirato Torben e l'intrigante artwork ad opera dell'artista Katharina Schellenberger, ed il quadro del nuovo gioiello a firma Diorama può dirsi completo. Inutile lanciarsi in una disamina approfondita di ogni traccia quando il livello e così indiscutibilmente superiore alla media: ogni momento di questo nuovo lavoro dei Nostri è una gemma da scoprire, lasciar entrare sotto pelle e gustare fino in fondo, con picchi clamorosi e sensazionali quali la stupefacente "Hope" (con quel groove cadenzato che seduce dal primissimo istante), la raffinatissima e piacevolmente ritmata "The Expatriate" e l'elegante e magistralmente costruita "When We Meet Again In Hell". Gusto, creatività, estro, raffinatezza, sensibilità, maestria esecutiva, personalità, arguzia, carisma, intensità, pathos, visione d'insieme: nel suono dei Diorama tutto è ai massimi livelli, e questa scena può solo sentirsi fiera di avere una band di simile portata. Un gruppo superiore, entusiasmante e da amare profondamente, senza riserve, ieri come oggi, e senza dubbio anche domani. Punto.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/