17-03-2013
JOHN FOXX AND THE MATHS
"Evidence"
(Metamatic)
Time: (51:27)
Rating : 8
Anche se risalente ad un po' di tempo fa, vale la pena segnalare la nuova uscita di John Foxx (per quei pochi che non lo sanno, il fondatore degli Ultravox) che, insieme al fido compagno Benge, ha dato alle stampe "Evidence", praticamente la quarta uscita in due anni al netto di singoli ed EP. Considerando la proverbiale irrequietezza di Foxx, che cambia partner artistico come certi presidenti di squadre di calcio cambiano allenatore, il sodalizio con Benge sembra fruttare bene. Foxx pare aver trovato il giusto complemento musicale alla sua innata bravura nel costruire liriche profonde e intelligenti, abile com'è a sondare l'animo umano nelle sue pieghe più recondite. Non è un caso se fino ad ora la collaborazione ha fatto nascere lavori sempre ottimi, come conferma questo "Evidence", in cui l'approccio alla materia musicale elettronica risulta più vicino alle istanze che vanno oggi per la maggiore. In realtà, si tratta di un opera aperta a diverse collaborazioni esterne, tipo quella della title-track con i Soft Moon, che mettono in scena una sorta di space-rock virato verso l'elettronica, o la dubstep di "Talk" insieme a Matthew Dear. Molto spazio viene lasciato all'affascinate musa Elizabeth Walling, aka Gazelle Twin, che presta la propria grazia interpretativa in "Changelings" e "A Falling Star". Non contenti di ciò, il duo Foxx & Benge si mettono anche a fare una cover della Floydiana "Have A Cigar", con risultati quantomeno interessanti. C'è poi un episodio che esula dal mood complessivo del disco, ovvero la commovente "Only Lovers Left Alive", un inno all'amore che raramente ha trovato spazio nella poetica di Foxx, mentre i nostalgici degli anni '80 avranno di che gioire per la cupa malinconia di "Walk". Se pensiamo che Foxx ha 65 anni e che sono ormai 30 anni che calca le scene, viene da chiedersi dove trovi le risorse per mettere su lavori sempre convincenti, freschi e innovativi. Se infatti nel primo episodio a firma The Maths, "Interplay", Foxx mostrava i muscoli, in "The Shape Of Things" era il lato più intimista a venire fuori. "Evidence" invece da una parte ammicca alle nuove tendenze, dall'altra apre le porte del progetto affinché giovani virgulti possano rendere omaggio ad uno dei padri putativi della nuova scena elettronica. Forse è proprio questa ansia da rinnovamento continuo il segreto di cotanta vivace longevità. Lunga vita a Re Foxx.
Ferruccio Filippi
http://blog.johnfoxxandthemaths.com/