17-06-2007
BACKLASH
"Shape Of Things To Come"
(Memento Materia/Audioglobe)
Time: (68:31)
Rating : 8
Il trio di Lindköping, dopo averci regalato il disco della svolta con "Heliotrope" nel 2004 (lavoro che segnò il fondamentale avvicendamento tra la cantante Malin Andersson ed Erik Torstensson, tornato dietro al microfono dopo aver lasciato la band durante le registrazioni del primissimo EP nel '99), si è fatto attendere per oltre due anni e mezzo prima di presentarsi all'appuntamento con la verifica sulla raggiunta maturità, che solitamente è rappresentato per ogni gruppo dal terzo full-lenght. Ed è un appuntamento al quale i tre svedesi giungono assolutamente preparati: "Shape Of Things To Come" infatti, ripartendo dalla svolta fondamentale di cui sopra, segna il definitivo perfezionamento del sound dei Backlash, ormai tradottosi definitivamente in un synthpop formalmente ineccepibile, completo e vario. La voce di Erik, versatile ed efficace, è il fulcro stesso degli odierni Backlash, attorno al quale ruotano soluzioni ritmiche e melodiche degne di chi conosce bene le malizie del mestiere e capaci di sfociare sempre nel refrain più calzante. I tre, oltre a denotare un gusto melodico che spesso richiama i dorati anni '80, si rivelano songwriter di classe superiore ed arrangiatori impeccabili, e la varietà di soluzioni messa in campo ci segnala il nome Backlash come quello più prossimo ad avvicinare i grandissimi Statemachine (tanto per rimanere in Svezia...). Il variegato e fresco songwriting del trio scandinavo spazia in maniera assolutamente convincente fra momenti più ritmati e freschi come la hit "Escalator People", "Transit", la catchy e vintage "Dark Light" e l'ottantiana "Forward A Blue Horizon", che dimostrano ampiamente come la band sappia porre l'accento sul proprio lato 'pop' senza votarsi alle facili ruffianate, e frangenti più intensi e passionali come la genuinamente dolce "White Noise" (che s'infiamma nel refrain ad ampio respiro), la malinconica ed appassionata "Fool Impersonated" e la non meno intensa "Two". I Backlash, memori dei retaggi del primo periodo, fanno le cose per bene anche quando i ritmi si fanno nervosi (come in "Man Of Different Mould") o macchinosi (come nell'ottima "Saturnine", song dai tratti industrialeggianti che rimanda ai maestri Statemachine), riuscendo a risultare credibili persino coi retaggi simil-ambient di "Hiatus Four" e con le travolgenti bordate dance di "Out Of Sync", sino ad una traccia finale non segnalata che per alcuni potrà rappresentare una piacevole sorpresa. Da una terra come la Svezia, che tanto ci ha dato in ambito elettronico alternativo (buoni ultimi i Necro Facility ed i Mr Jones Machine), arriva ora la definitiva consacrazione di una band perfettamente in grado di competere coi migliori, grazie ad una visione d'insieme che riesce ad essere moderna senza scordare la preziosa lezione degli anni '80 (e soprattutto senza sbatterci in faccia le proprie palesi influenze come fanno altri senza fare tanti complimenti, chi bene e chi male...). In un genere spesso privo di grosse sorprese come il synthpop è meglio puntare su chi di esperienza alle spalle ne ha davvero, e questo è il caso dei Backlash, il cui nuovo lavoro merita tutta l'attenzione degli appassionati di queste sonorità.
Roberto Alessandro Filippozzi