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Room 101

26-01-2013

VANGUARD

"Sanctuary"

Cover VANGUARD

(Conzoom Records)

Time: (57:49)

Rating : 7.5

Arriviamo con un po' di ritardo sull'esordio di questo due svedese, che usciva a metà dello scorso anno, ma che siamo lieti di recuperare. Jonas Olofsson e Patrik Hansson hanno unito le loro forze in quel di Götheborg sul finire del 2008, e senza mettersi fretta - come troppi esordienti della scena electro invece fanno - hanno affinato il proprio sound sino a meritare le attenzioni della tedesca Conzoom, label con un occhio di riguardo verso la Svezia. È ancora presto per annoverare i Vanguard fra i nomi di spicco di una scena favolosa come quella electro svedese, specie quando si parla della frangia più melodica, ma è fuori discussione il fatto che i due siano tutt'altro che degli sprovveduti e che sappiano come si costruisce una canzone valida ed efficace, dalle melodie ai refrain, avendo evidentemente lavorato con la dovuta calma al fine di creare la giusta alchimia di coppia. Lo dimostra da subito l'opener "Shine", efficace e trascinante synthpop dal buon groove e dalle melodie scintillanti, cui seguono due momenti più drammatici e suadenti come il bel singolo "Goodbye" e l'accorata "Save Me From Myself". Quello del duo è un songwriting sufficientemente versatile, senza dubbio ancora bisognoso di tempo prima di poter esprimere il suo pieno potenziale assimilando tutte le malizie necessarie, ma sorretto bene da una valida produzione, da vocals ben bilanciate e da buone doti in fase di costruzione ed arrangiamento. E se anche il lato synthpop di Vanguard prevale ai punti su quello più marcatamente future-pop, quest'ultimo si fa sentire tanto con la potenziale hit "Now That We're Here" e con l'incalzante "My World" quanto in episodi più in bilico fra i due filoni come "In Your Arms" e "What Did You Achieve?", o ancora con un momento di notevole impatto quale "Rage" si rivela essere. Il grande pregio dei Nostri è quello di risultare credibili e non stucchevoli anche nei momenti più sofferti e drammatici, come nella triste "Make The Cut Clean", nella tenue "Obscene" e nell'avvolgente "A Certain End", che chiude ufficialmente l'album. Restano però da ascoltare due tracce bonus, "Shame" e "Better Man": il timore è quello di trovarsi di fronte a qualche riempitivo meno in linea col resto dell'opera e/o verosimilmente più ingenuo, e sorprende quindi trovarsi invece di fronte a due eccellenti episodi passionali, soffusi ed avvolgenti, capaci di svelare tutta la classe e l'abilità di scrittura dei Nostri, musicisti dotati di gusto melodico ed intelligenza nel combinare i vari elementi all'interno di un quadro sempre efficace. Alla fine l'impressione è che avrebbe giovato tagliar fuori un paio di pezzi meno riusciti degli altri per guadagnare in snellezza e scorrevolezza, ma non si tratta di un limite insormontabile. Nonostante l'evidente qualità messa in campo con questo debutto, piace credere che i due, maturata ulteriore esperienza sia on stage che in studio, sapranno senza dubbio perfezionare le proprie abilità per ripresentarsi con un follow-up di livello superiore: le premesse sembrano esserci tutte, ed il consiglio è di iniziare a scoprire i Vanguard sin da ora, se queste sono le vostre sonorità.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.vanguardofficial.com/

http://www.conzoomrecords.com/