13-01-2013
VOODOMA
"Bridges To Disturbia"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (43:38)
Rating : 7
Il top da raggiungere in ambito musicale è probabilmente quello di abbinare una immediata capacità di comunicazione ad una vena originale ed innovativa. Obiettivo arduo che solo pochi eletti riescono a raggiungere. Chi non possiede questa specie di dono, spesso si trova a scrivere dischi sperimentali e d'avanguardia ma che non riescono a raggiungere in maniera appropriata i sensi dell'ascoltatore. Ci sono poi band che, pur non presentando nulla di originale, sanno scrivere canzoni che entrano subito nell'orecchio. È un dono pure questo, dono che sta diventando sempre più raro, per cui quando si presenta qualcuno che ce l'ha è sempre bene accoglierlo a braccia aperte. I tedeschi Voodoma ce l'avrebbero e sanno farne buon uso, almeno a tratti. Giunto al debutto su lunga distanza, dopo una serie di partecipazioni a compilation del settore, il quartetto teutonico cala undici pezzi potenti, compatti, melodici e ben arrangiati. Partendo da stilemi tipicamente gothic metal i cinque ragazzoni mostrano di saper costruire brani estremamente catchy nella melodia, ma anche davvero ben arrangiati, cosa non comune per band esordienti. Pezzi come l'iniziale "Evolution Zero" mettono subito in chiaro che la brutalità non fa parte del dna della band, che pur proponendo un sound duro e metallico, lascia spazio ad avvolgenti tastiere e ad atmosfere raffinate. "Wasted Daylight" e "My Religion" hanno dei divertenti riferimenti alla musica degli '80 che le rendono accattivanti, mentre "Rebirth" porta in auge tematiche più dance-oriented. In altri brani invece la matrice metal prende il sopravvento, rendendo l'opera più monotona e meno coinvolgente. Inoltre la voce del cantante non convince appieno, troppo presa a voler interpretare il mood di ogni brano lasciandosi andare a qualche strillo di troppo. C'è uno spettro che aleggia fra queste tracce: è quello dei Paradise Lost, band che sembra essere una delle maggiori fonti di ispirazione dei Voodoma. Modello nobile ma in taluni brani un po' troppo abusato, tanto da far pensare di ascoltare quasi delle cover. Comunque "Bridges To Disturbia", al di là di questi difetti, resta un disco divertente che, se non si hanno troppe pretese, regala un oretta di musica godibile.
Ferruccio Filippi