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Room 101

04-02-2007

RENAME

"Energize"

Cover RENAME

(A Different Drum/Audioglobe)

Time: (47:02)

Rating : 6

Trascorsi giusto un paio d'anni dal debutto sulla lunga distanza con "Culture", il progetto tedesco Rename torna a farsi sentire col secondo album, registrando peraltro il passaggio da duo a solo-project di Marcus Fellechner (precedentemente noto col cognome Geltner, prima di assumere quello della moglie dopo il recente matrimonio... ma non si usava il contrario?). È quindi Mr. Fellechner, se si escludono i due brani scritti interamente dal boss di casa ADD Todd Durrant ("But Now" ed "Oh Please") ed il lavoro svolto a quattro mani con Kirk Taylor dei label-mates The Dignity Of Labour per Technicolor Girl", il protagonista assoluto dell'album, avendo scritto, eseguito e prodotto per intero i restanti otto brani nel suo home-studio di Gelsenkirchen. Rispetto al debut, Rename accentua i risvolti technopop del proprio sound, evidenziando una certa crescita sia a livello di costruzione che di suoni: non più acerbo come ai tempi dell'esordio, questo giovane act ci appare oggi assai più smaliziato, come dimostra l'ottima ed efficace opener "Ex-L". Il nuovo corso di Rename poggia su di un sound che punta spesso sui ritmi danceable, come dimostra la stragrande maggioranza dei brani ivi inclusi, ma i problemi iniziano quando ci si imbatte in episodi decisamente troppo pop, zuccherosi e 'piacioni' come "Don't You Shock Me", "Not For The First Time" ed "I Have No Choice", che strizzano l'occhio a quella dance da classifica che difficilmente aggraderà chi si diletta col synthpop di qualità. Bene invece i brani scritti dal succitato Todd Durrant, ovvero gli episodi meno 'easy' e dalla struttura synthpop più elegante e ricercata, mentre gli unici altri sprazzi d'incisività ci arrivano dalla ficcante "Let's Reinvent Love" e dalla più solida "Technicolor Girl"; di contro, pollice verso per le melodie in odore di house di "Summer Breeze", che si rivela uno dei momenti più ruffiani di un disco che, quanto a piacioneria, supera il 99% della scena synthpop odierna. "Energize" si dimostra un lavoro sin troppo levigato che, pur evidenziando qualcosa di decente qua e là, rischia tanto di scontentare i fans del synthpop più integerrimo quanto di non raggiungere quell'ampia fetta di pubblico (ingenuo e modaiolo) che potenzialmente potrebbe sedurre: premiamo con la sufficienza l'evidente crescita esecutiva (anche a livello vocale) e compositiva mostrata, mantenendo però dei legittimi dubbi sulle scelte stilistiche di un progetto che già dal prossimo album farà bene a riconsiderare parecchie cose.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.rename-music.com/

http://www.adifferentdrum.com/