22-11-2012
DREAM INTO DUST
"So Beautiful And So Dangerous"
(Chtonic Streams)
Time: (55:37)
Rating : 7.5
I Dream Into Dust debuttano sul mercato nel 1997 col maxi-singolo "No Man's Land", in seguito alla diffusione delle prime demo in cassetta firmate dal leader Derek Rush, che gli assicurarono un primo contratto con la Misanthropy. Partita come caustica proposta industrial/experimental, l'anima della band ha poi sconfinato nelle melodie electro, fino a sfiorare l'alternative rock acustico. I due album "The World We Have Lost" e "The Lathe Of Heaven" hanno presentato al pubblico una band corposa, formata da elementi che vantano curriculum invidiabili per tutti gli amanti di quel sound-ponte tra l'electro e il rock/goth. Derek Rush vanta collaborazioni con A Murder Of Angels, Thee Majesty, 4th Sign Of The Apocalypse e Theologian, ha remixato artisti come Joine Noire, Experiment Haywire, Hirsute Pursuit e Blackbombs, ha firmato la colonna sonora del film indipendente "The Ballad Of Genesis and Lady Jane" e ha persino curato la grafica per alcuni lavori di Sol Invictus. Un artista completo nell'underground della musica oscura, che ha trovato un punto di svolta in carriera nell'incontro con Bryin Dall (polistrumentista per il suo album "Deconstructing Hank"). Dalla loro sinergia è nato questo nuovo sorprendente lavoro, encomiabile ritorno di un act che aveva già deliziato con le precedenti pubblicazioni, più oscure e abrasive. A completare la line-up di Rush (compositore e frontman) e Dall (che ha lavorato con Genesis P-Orridge), il tastierista Scott Reiter e il bassista Mario Padrón, che coadiuvano il gruppo in dimensione live. "So Beautiful And So Dangerous", che giunge a ben 9 anni dal precedente "The Lathe Of Heaven", è in effetti un lavoro di pari passo con la dualità preludiata dal titolo. I Dream Into Dust del 2012 procedono smodati verso panorami electro e melodici, spesso radiofonici, smussati da interferenze rumoriste che ancora rivendicano il passato. Un lavoro edulcorato, dalle diverse personalità. "Counterfeit" è sorretta da un'accattivante linea vocale e inserti noise, "End Of Memory" è sotto l'egida aggraziata di un alternative rock dove la chitarra acustica non tarda a sbucare, ma lasciano senza fiato "Suspended In Fear" (di chiara matrice And One), la danzereccia "Perfect Vision" e "Bruisse Never Fade", sorta di future-pop dal sapore vintage. L'album scorre senza fatica, ma lo stile dei Dream Into Dust necessita un impegno maggiore rispetto a molti altri colleghi. Rush non lascia mai nulla al caso, ed ogni episodio è in qualche modo catartico. Di sicuro si è di fronte ad una band che ama sottolineare la sua spinta evolutiva, anche a livello produttivo, degna di chi preferisce act meno metodici in fase compositiva. Un ottimo disco, splendidamente confezionato e ben distribuito, di naturale saggezza. Un rilancio per la band, dopo nove anni di inattività.
Max Firinu
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