28-08-2012
AD OMBRA
"Almost Eternity - Handmade Beliefs For The Nostalgic Lambs"
(Rage In Eden)
Time: (41:57)
Rating : 9
Avevamo avuto il piacere di elogiare l'esordio di questo act rumeno "Rites Of Genesis" ad inizio 2008, e dopo solo un anno il progetto guidato da George D. Stanciulescu è stato in grado di tornare sulle scene col superbo "Magna Charta Illusorum", lavoro in grado di spingere la propensione sinfonica oscura di Ad Ombra verso un approccio ancor più plumbeo, possente, ricco di soluzioni (anche mutuate da stili differenti), magniloquente e descrittivo come solo le migliori soundtrack sanno essere. Spogliatosi dei paletti compositivi legati alla tradizione sinfonica, George - attorniato dal medesimo trio di sublimi voci femminili che lo coadiuva anche nell'altro suo progetto Levant - è ormai pienamente libero di spaziare con la sua oscura ed ampia fantasia attraverso atmosfere più che mai coinvolgenti, raggelanti, avvolgenti, totalizzanti, minacciose e splendidamente lugubri, ed il vortice di suoni e di voci che prende vita nei dieci sensazionali brani di questo terzo full-length (fuori già da diversi mesi, per la cronaca) è qualcosa che rapisce profondamente i sensi, senza che vi sia possibilità di opporre resistenza. I brani sono maestosi ma mai tronfi, ed anzi, la loro carica oscura è capace di proiettare l'ascoltatore in scenari di autentica, opprimente apocalisse ultraterrena, con impennate sinfoniche sontuose, deflagrazioni ritmiche marziali e nere come la pece, suoni che irrompono nel più spaventoso silenzio, cori sfuggenti che nella loro grazia sopranile sfumano fra movenze spettrali e persino samples di poesie, due delle quali recitate da Carmelo Bene in italiano... Sensazioni che gelano il sangue in un cammino fosco, fino ai meandri più inospitali del suono orchestrale, ad evocare immagini di inquietante e nera bellezza con la lucida follia di un compositore - George - che può sorprenderti in ogni momento, scaraventandoti faccia a faccia con le tue paure più recondite... Il magico intreccio delle voci di Alexandra Damian, Ilinca Olteanu e Maria Paduraru è il degno completamento di un lavoro di composizione certosino, minuzioso e coraggioso, l'arma in più in un flusso sonoro che travolge in pieno col suo raggelante impeto (l'opener ai confini con l'industrial "The Neverending Lore Of The Nevermore", le tetre gemme notturne "Eros Vel Fortuna" e "The Book Of Mire", la lacerante "Flowers Of Eschaton" e l'oscura perla ambientale "Salon Hybris"), ma che sa carezzare l'intimo umano con la drammatica "Hour Of The Wound" (memorabile il finale downtempo), la dolce e sofferta "Le Missel De La Morte", il delicato trip-hop lunare di "Decorpus XI" ed il triste piano della conclusiva "The Hierophant". George ha non solo imboccato la strada che verosimilmente lo porterà a vette artistiche sempre più alte con Ad Ombra (e speriamo che questa crescita si riverberi anche su Levant, progetto per certi versi ancora acerbo), ma è anche diventato il perfetto orchestratore di un piccolo combo il cui assetto risulta assolutamente perfetto ed efficace, e grazie al quale è riuscito a spingersi oltre i limiti di una ricerca sonora mai facile per nessuno. Onore al merito: "Almost Eternity" ridisegna con encomiabile coraggio ed assoluta maestria i confini del neoclassico a tinte dark, ben oltre i migliori Elend, e da qui in avanti l'attesa per ogni prossimo lavoro firmato Ad Ombra sarà più che motivatamente spasmodica, visto l'altissimo tenore di una parabola artistica così affascinante. Pura magnificenza oscura.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/adombra