13-08-2012
ARCANA
"As Bright As A Thousand Suns"
(Cyclic Law)
Time: (45:00)
Rating : 7.5
Gli Arcana continuano la loro avventura artistica sotto l'ala della label canadese Cyclic Law, che già si fece carico di pubblicare il box retrospettivo della band contenente i primi quattro album. L'ensemble di Peter Bjärgö giunge al suo settimo album (disponibile sia in CD che in LP), aumentando la mole di strumenti da affiancare alle partiture elettroniche e cercando di recuperare le sonorità del primo periodo, tingendole di molteplici colori etnici e antichi. Grande attenzione viene posta anche nell'uso delle voci, che vedono aggiungersi ai toni profondi del mastermind il canto etereo e i cori di Ann-Mari Thim e Cecilia Bjärgö. Le tracce vengono strutturate unendo di norma una base elettronica piuttosto elaborata ai motivi strumentali, evitando il sovraccarico barocco che aveva segnato il precedente album "Raspail". Chiusa da una parte dal breve intro "Somnolence", di natura strettamente ambientale, e dall'altra dal curioso outro affidato ad un tema di piano, l'opera presenta connotati maestosi già dall'iniziale "As The End Drawn Near", fatta di intarsi etnico-melodici ed oscurità mitteleuropea, il tutto arricchito da percussioni cadenzate e dalla voce poderosa di Peter doppiata da un controcanto femminile. Il violino di Nuria Luis ha sempre un ruolo importante in grado di dare sfumature medievaleggianti e orientali, come nel caso di "Inceptus", un pezzo di grande effetto scenico incentrato sulla ripetizione circolare di un motivo perso nei meandri del passato. La poetica sonora insiste su percussioni tribeggianti anche con "Medea" e "In Memoriam", riuscendo a dipingere panorami senza tempo e splendidi profili marmorei con l'apporto delle vocalist femminili e di strumenti che traducono in note un classico calore mediterraneo. La carica esotica tende in alcuni frangenti a diminuire per dare spazio a sessioni più ambientali ed eteree, come nel caso di "Leave Me Be" e della title-track: nel primo frangente echi gotici si uniscono ad un neoclassicismo cupo e mesto fatto di sfumature lievi, voci sussurrate e tenui orchestrazioni; nell'altro pezzo percussioni insistenti e continue accompagnano un tema melodico-orchestrale che ricorda i primissimi lavori dei Dead Can Dance. Sentori mistico-esoterici emergono spesso grazie all'unione di oscuri temi sintetici e ritmiche tribali, il tutto ripetuto circolarmente quasi a creare un mantra sonoro, come nel caso di "Infinity". Non manca una celebrativa religiosità che fa capolino in più punti, ed in particolare in "The Fading Shadow", sorta di cattedrale gotica segnata da intarsi e magniloquenza sonora: forse il vertice emozionale del disco. Con "As Bright As A Thousand Suns" gli Arcana sembrano voler recuperare lo stile degli albori ripescando quell'oscurità neoclassica che col tempo era andata diminuendo, e modificando il tutto con l'inserimento di motivi prossimi ad una world music singolare, estratta da una tradizione millenaria e perduta. Da queste peculiarità scaturisce un album solenne e sinfonico, capace di trasportare l'ascoltatore in ambientazioni lontane tra sfumature antiche e colori accecanti. Ruolo fondamentale per la riuscita del disco è svolto dalla titanica resa audio, che fa risplendere ogni minimo suono dosando nel modo migliore la potenza delle singole fonti, fatto che aveva limitato più di un album ai tempi delle uscite con Cold Meat Industry. L'annosa questione della somiglianza coi Dead Can Dance torna anche in questa occasione, ed indubbiamente il progetto di Brendan Perry e Lisa Gerrard continua ad essere (volente o nolente) il punto di riferimento della band svedese, che ne riprende il mix di oscurità ambientale, arrangiamenti etnici e statuarie orchestrazioni neoclassiche. Tra i tanti nomi della scuola dark ambient scandinava, gli Arcana sembrano essere tra quelli che invecchiano meglio, proponendo ancora lavori ispirati ed in continua evoluzione. Onore al merito!
Michele Viali
http://www.erebusodora.net/arcana/