30-07-2012
ASSEMBLAGE 23
"Bruise"
(Accession Records)
Time: (48:48)
Rating : 6
Non si possono non condividere le note vergate da casa Accession a supporto del settimo studio-album dell'americano Tom Shear quando queste affermano che, da tutto il calderone future-pop, in pochi sono riusciti a prevalere, e meno ancora sono stati quelli in grado di mantenere un certo status e di avanzare artisticamente reinventandosi di continuo. Meno condivisibile, per onestà intellettuale, includere in una lista che sarebbe estremamente breve anche Assemblage 23, perché a conti fatti, in ben tredici anni di attività discografica, l'act statunitense non ha fatto altro che ripetere fino allo sfinimento una formula magari ben bilanciata, ma senza dubbio sempre uguale a sé stessa, così come sicuramente rifinita di volta in volta, ma non certo 'reinventata'. Intendiamoci: Shear sa bene come strutturare una canzone, dalla melodia di facile presa al refrain ben congegnato, agli arrangiamenti e a tutto ciò che va a braccetto con i punti fermi dell'elettronica 'a tinte scure' (ma neppure poi tanto...) più melodica e danceable, ma il livello è sempre il medesimo, le sensazioni che scaturiscono dall'ascolto pure e, a ben vedere, la hit epocale non è mai davvero arrivata, così come il 'top album' che rimanga negli annali (non lo è neppure quel "Failure" che senza dubbio qualcuno citerebbe...). Persino il suono, sempre più rifinito, mantiene quella leggerezza che relega la fase di produzione a mero cesellamento tecnico, e non a quell'arricchimento in grado di esaltare pathos e traino che svariati act meno noti sanno conseguire. Non possiamo certo parlare di canzoni scarse (aggettivo che teniamo buono per la prova vocale di Shear, come di consueto mai realmente determinante ed annoso punto debole, soprattutto in sede live), specie se pensiamo alla pochezza che s'intravede in questo settore fuori dal giro dei soliti noti, ma a parte qualche momento più convincente (una "The Last Mistake" più intensa e carica di pathos, il piacevole synthpop dal gusto dance di "Over & Out", i toni più 'scuri' e incisivi di "Darkflow" ed il piglio emozionale della conclusiva "Otherness"), quel che traspare nettamente è la volontà di non uscire per alcuna ragione da quegli schemi su cui Tom si è da sempre adagiato, oltre ad una preoccupante debolezza di fondo che non favorisce il reale coinvolgimento dell'ascoltatore. Detto che il precedente full-length del 2009 "Compass" offriva molti più motivi d'interesse rispetto a queste dieci nuove canzoni (venti nell'edizione in doppio digipak, con un bonus-CD contenente un paio d'inediti ed otto remix), non rimane che prendere coscienza della cruda realtà: Assemblage 23 è un progetto che, a parte navigare sempre attorno a quella sufficienza che fa rima con esperienza, difficilmente saprà elevarsi oltre la pedissequa ripetizione dei propri schemi, e che quindi non potrà mai ambire all'autentica grandezza nel proprio genere di riferimento. Ad alcuni questo basterà.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/