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Room 105

30-07-2012

THE JOY OF NATURE

"My Work Was Not Yet Done"

Cover THE JOY OF NATURE

(Ship Of Fools Records)

Time: (58:03)

Rating : 6

La band del portoghese Luís Couto, nata originariamente come The Joy Of Nature And Discipline, si era saputa ritagliare rapidamente un posto nel panorama dell'underground oscuro grazie alle attenzioni di label importanti come la Ahnstern e la Rage In Eden, che ne produssero tra il 2008 e il 2010 la trilogia "The Empty Circle", onesta opera che ha fruttato un certo interesse tra gli appassionati di neofolk e atmosfere oscure. Niente di nuovo dunque, ad eccezione di una spruzzata di localismo iberico capace di differenziare un minimo i suoni da quelli del grande calderone mitteleuropeo. A distanza di due anni dalla conclusione di quel lavoro, Luís decide di resettare tutto: esce dal giro delle label che lo avevano prodotto dando vita ad un'etichetta propria, e con questa inizia un percorso musicale diverso, assetato di novità e non più connesso ai canoni del folk oscuro. "My Work Was Not Yet Done" non si colloca in uno stile ben definito, preferendo alternare soluzioni anche diemetralmente opposte (alcune decisamente spiazzanti) nell'arco di sedici tracce. In rari passaggi rimangono i collegamenti con band dell'area ur-folk come Sangre Cavallum e Árnica, soprattutto dove intervengono i ritmi tribali incrociati con un canto rude e minimale, come in "No Cambiarás Lo Que No Puedes Cambiar". Ma già nella seguente "Song Of Quiet" si passa ad architetture post-rock dal retrogusto ambientale e dalla voce eterea, un po' legate ad autrici come Björk, un po' ancora debitrici del calore portoghese, unione che tornerà in altri momenti ("A Song To The Sun") con esiti non disprezzabili. Nella brevissima "Interludes From The Garden Of Delights" entra in scena un sound di chitarra tipicamente anni '80, in parte memore dello stile di Robert Smith, che tornerà ancora nell'album in unione con percussioni psichedeliche o in brani dall'andamento pop-rock come "Ballerina". Proseguendo con l'ascolto ci si imbatte addirittura nei ritmi di bossanova di "El Gran Día Al Fin Llegó", liason singolare con la tradizione passata e coraggiosa sterzata stilistica arricchita da strumenti come scacciapensieri e raganelle. Quel che maggiormente emerge nel marasma sonoro è il legame con il folk portoghese, evidente nell'uso della chitarra acustica che strizza l'occhio al fado in ballate calorose e malinconiche, testimoni del lato più maturo della band. Pezzi come "Beyond The Scenery" fanno rivivere con gusto la tradizione localistica grazie a ritmi di valzer e nostalgici arrangiamenti; allo stesso modo è strutturata "Dream Within A Dream", poi conclusa con una assurda soluzione industrial, la cover di "All The Pretty Little Horses", celebre ninnananna tradizionale già rivista dai Current 93 nel 1992, e ancora la jazzata "Lavanda, Leite E Mirra" e la psych-oriented "The Troubadour And His Lady In The Wood". Vagando tra le sonorità più singolari del CD rimane sicuramente impressa "Once The Dreamer Began To Dream Of Common Reality", divisa tra un tema portante di arpa ed un inserimento di flauto, accoppiata che crea un palcoscenico bucolico ed inaspettato; o ancora la curiosa "Waltz From Erased Days", che fonde una base electro-glitch ai toni romantici incontrati in altri brani. Le incursioni in territorio pop risultano le meno azzeccate (vedi tracce come "Boneca De Olhos Verdadeiros" e "Ballerina"), colpevoli di abbassare il livello di ricercatezza dell'intera opera. Nel complesso l'album gode di spunti accattivanti, ma trova il suo limite nel non saper prendere una piega univoca su cui incastonare le variazioni. La diversità di stili tende infatti ad avere il sopravvento, passando troppo in fretta - ed a volte in maniera immotivata - da una tonalità all'altra, fino a comporre un puzzle in cui alcune tessere devono ancora trovare la giusta collocazione. Nel complesso, "My Work Was Not Yet Done" si presenta come un disco di transizione in cui brilla indissolubile il legame con la propria terra, punto da cui ripartire per il prossimo lavoro.

Michele Viali

 

http://thejoyofnature.bandcamp.com/

http://www.myspace.com/thejoyofnature