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Room 107

21-05-2012

PMDS

"PMDS"

Cover PMDS

(Thisco)

Time: (46:36)

Rating : 8.5

La nostra modesta volontà è sempre stata quella di sondare per voi (pochi) lettori l'universo di quella che ci piace definire 'musica oscura', eppure sono innumerevoli le volte in cui ci siamo ritrovati a parlare di uscite che, a conti fatti, di realmente oscuro avevano poco e niente, ben consci che le logiche dell'utenza e le convenzioni giornalistiche non permetteranno di invertire questa tendenza. Poi, grazie a quella visibilità che il web ci concede ed all'interesse che fortunatamente suscitiamo nelle migliori realtà di nicchia, succede che ci ritroviamo per le mani uscite di etichette magari piccole e poco note, come lo è la portoghese Thisco, ma il cui valore supera di gran lunga liste interminabili di lavori firmati da artisti ben più noti e blasonati. E nel caso dei PMDS (sigla che sta per Processor Modulation Density Sequencer), trio di Lisbona con alle spalle solamente la partecipazione ad una compilation di qualche anno fa, è curioso ed emblematico notare come una band che non fa alcun riferimento all'oscurità nelle note biografiche e/o di accompagnamento a questo primissimo album eponimo, preferendo diciture come trip-hop e post-rock (si parla però anche di industrial, tutt'altro che a sproposito), suoni invece infinitamente più oscura della maggior parte di quello che si trova sulle riviste 'dark' europee. Ma coi PMDS le sorprese non finiscono qui: parliamo di musicisti che non fanno accenno alcuno a significative esperienze precedenti, eppure le loro abilità strumentali, la ricercatezza del suono (esaltato da una produzione eccelsa), la grande personalità e la strabiliante maturità compositiva sono a livelli impressionanti e da professionisti navigati, sotto ogni punto di vista. La completezza di un songwriting che non perde mai una sola oncia di intensità ed espressività, peraltro in una scaletta per metà interamente strumentale, è qualcosa di ammirevole: coi loro suoni magnetici e seducenti, le vocals dosate e modulate con estrema intelligenza e carisma, l'elettricità di una chitarra praticamente perfetta, gli arrangiamenti favolosi e di pregio assoluto, il groove avvolgente ed ipnotico e l'enorme pathos espresso, i PMDS rendono ogni singolo istante della loro espressione musicale qualcosa che vale davvero la pena ascoltare ed apprezzare a fondo. La classe cristallina dei tre musicisti e l'abilità con cui riescono a colorare con tinte downtempo e pennellate industriali il proprio suono lasciano senza parole per l'immane consapevolezza dei propri mezzi, e quando il 'biglietto da visita' - confezionato in un essenziale digipak - è di siffatta caratura, con picchi emozionali memorabili quali "100 Days Of May" (il pezzo della compilation di cui sopra), la stupenda ballad notturna "Past Tension", "Used To Be Easy" e l'ipnotica "We vs You", non c'è da dubitare oltre sulle qualità dei suoi creatori. Che si parli di post-rock, downtempo, trip-hop, IDM o quale che sia la vostra nicchia sonora preferita, se è la travolgente forza interiore della più oscura raffinatezza a rapirvi, indipendentemente dal fatto che apprezziate Access To Arasaka piuttosto che i Red Painted Red, allora non dovete sottrarvi alla maestria di questa nuova realtà musicale, potenzialmente in grado di raccogliere consensi trasversali presso i palati più fini e selettivi: dopo un esordio di siffatta portata, che per certi versi ci ha ricordato quello eccelso dei nostri ottimi Katrine Hash, è lecito attendersi cose davvero importanti.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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