30-04-2012
VV.AA.
"John Barleycorn Reborn: Rebirth"
(Cold Spring)
Time: CD 1 (75:49); CD 2 (74:48)
Rating : 6.5
Benché ne siano sin qui uscite solo due, le compilation della serie "Dark Britannica" - edite dall'inglese Cold Spring - rappresentano già un punto fermo nella scena folk più incline alla tradizione, e più in generale per chi da sempre è appassionato di dark-folk. Non una serie di epigoni dei soliti Sol Invictus, Death In June e via dicendo, quanto piuttosto un'ampia rosa di artisti che toccano tutte le diramazioni della radice folk albionica: che sia puro richiamo alla tradizione, o acustico lirismo poetico, o ancora cantautorato di qualità e pathos, l'intento è comune ed il risultato finale importantissimo al fine di preservare la memoria dei suoni con cui sono cresciute le genti d'oltremanica. Il primo doppio CD della serie, "John Barleycorn Reborn", usciva nel settembre del 2007, ed assieme ad esso era data la possibilità di scaricare gratuitamente ulteriori 33 brani per altrettanti artisti, unendo alla release un'ipotetica 'terza parte'. Col crescente interesse attorno a questa serie di compilazioni, la Cold Spring ha pensato di fissare su doppio dischetto quei 33 brani, completando la release col consueto esaustivo libretto. Senza dubbio qualcuno vedrà in ciò una piccola mossa commerciale, laddove i collezionisti più accaniti non si faranno certo sfuggire l'opportunità di passare dall'intangibile al tangibile. E, senza scendere nei dettagli di ben 150 minuti di musica, la recensione potrebbe anche chiudersi qui, poiché va da sé che questi brani, peraltro già noti, sono rivolti a chi già aveva apprezzato i due volumi di "Dark Britannica". Ci sembra tuttavia doveroso segnalare, qualora qualche novizio volesse avvicinarsi a queste sonorità, come il materiale in esame sia meno indicativo degli intenti alla base di "Dark Britannica" rispetto ai due volumi già editi su CD, poiché praticamente privo di nomi facenti capo alla scena più propriamente dark-folk, e viceversa ricco di momenti diversi, quando non addirittura 'sperimentali', fra cui le incursioni tra suono e rumore di Sundog e Clive Powell. Bei momenti a cappella (le performance di Magpiety e di Mac Henderson) lasciano ampio spazio a frangenti più vicini al cantautorato puro, col picco del primo dischetto raggiunto da Paul Newman e la sua bella "Lavondyss"; il miglior momento del secondo CD è invece la dolce e cullante "Thistles" di Twelve Thousand Days, mentre un'ulteriore testimonianza della maggior presenza di 'variabili' ci arriva chiara da The Owl Service, che porta elettronica e campionamenti a supporto del piano nel 'Tigon mix' di "Wake The Vaulted Echo". Fra respiri arcaici, psych-folk e richiami alla tradizione cantautorale, la scaletta risulta difficile da digerire tutta d'un fiato, e non mancano momenti tutto sommato trascurabili. Come detto, l'utilizzatore finale di questo doppio sampler sarà il completista al quale questi pezzi erano già noti; eventuali novizi faranno invece meglio a preferire i due volumi veri e propri a questo pur godibile 'surplus'.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/coldspring