21-02-2012
OF THE WAND AND THE MOON
"The Lone Descent"
(Heidrunar Myrkrunar)
Time: (59:49)
Rating : 9
Notevole salto di qualità per il danese Kim Larsen, che si distacca quanto basta dal filone neofolk per dare alla luce un disco memorabile, di sicuro l'opera più notevole in un periodo tutt'altro che fiorente per le sonorità acustiche underground. Se il precedente album "Sonnenheim" del 2005 manteneva ancora le tonalità proprie di colossi come Death In June, "The Lone Descent" si spinge oltre, contaminando il tutto con sferzate cantautorali debitrici del sound americano degli anni '60, grazie a passaggi che rimandano a gente come Johnny Cash ("Watch The Skyline Catch Fire"). La voce da crooner di Kim riesce a creare atmosfere fumose e noir, per undici componimenti notturni dotati di costante malinconia e di un immediato fascino melodico. Gli echi nordici e mitteleuropei dei vecchi album affiorano timidi a più riprese tra qualche percussione marziale ("Sunspot"), arrangiamenti in stile "Rose Clouds Of Holocaust" e lunghi temi gelidi ("Is It Out Of Our Hands?"), ma la parte del leone spetta ad uno stile nuovo che guarda lontano e non si lascia più suggestionare dalle limitazioni di un tempo. Sull'intero impianto sonoro agisce un nutrito stuolo di strumentisti in grado di fornire una sfumatura e un'emozione diversa per ogni traccia, garantendo il superamento di quella ripetitiva schematicità che ha relegato nel dimenticatoio parecchie band neofolk nate negli ultimi anni. Nessun brano si dimentica facilmente, a partire dal singolo "We Are Dust", uscito circa due anni fa nel 7" "It's Like Dying On Christmas Day" e forse in assoluto il pezzo più imprevedibile, costruito come un jingle natalizio, ma dotato di un sound triste e di un testo nichilista. Magnetico anche "Absence", presentato all'uscita del disco con un video ricavato dal film "Taxi Driver": di certo la traccia che meglio di ogni altra esplica il superamento dei vecchi schemi compositivi; o "Watch The Skyline Catch Fire", divisa tra fortissimi echi sixties ed una fisarmonica tutta europea, o ancora l'intenso pop-noir della title-track. L'impressione è che le rune e i panorami nordici si vadano lentamente diradando per lasciare spazio a notturni ambienti metropolitani, sul cui sfondo agisce l'immancabile malinconia che ha segnato tutta la carriera di Of The Wand And The Moon, proteso mai come adesso verso l'empireo. Un lavoro assolutamente da non perdere, distribuito sia in formato CD digipak che in doppio vinile.
Michele Viali
http://www.ofthewandandthemoon.dk/