21-02-2012
THE NEW DIVISION
"Shadows"
(Progress Productions)
Time: (61:26)
Rating : 7.5
L'avventura dei New Division ha inizio nei dormitori di uno dei tanti college americani, dove il compositore e cantante John Kunkel in pieni studi universitari sognava inizialmente di dar vita per sé solo ad un progetto che celebrasse il suo grande amore per i Joy Division e l'eredità da loro lasciata ai musicisti a seguire. Questo spiega l'assonanza del monicker con la band di Ian Curtis. Col trascorrere del tempo, però, il sogno si è materializzato prendendo il sopravvento e, uno per uno, i componenti dei New Division sono cominciati ad aumentare, fino a raggiungere la corrispondente formazione a quattro (Janzie e Marck Michaslki ai sintetizzatori, accompagnati da Brock Woolsey alla sei corde). Le date live nei club universitari hanno coperto un territorio sempre più ampio, e da lì, la decisione di Kunkel di proporre finalmente il materiale suonato all'etichetta svedese Progress, che non si è fatta pregare nel far debuttare questa piccola nuova realtà. "Shadows" è quindi un lavoro nato per gioco, che però ha raggiunto lo scopo recondito di venir stampato da una delle label più influenti nel sottobosco electro-synth-pop. Non serve un'introduzione al sound proposto, che rispolvera le atmosfere decadenti di Ian Curtis, i ritmi danzerecci dei New Order e le melodie suadenti dei Depeche Mode della prima parte di carriera, ma la creatura timida di Kunkel sprizza entusiasmo da tutti i pori, e mostra le carte in regola per puntare al target discografico. Ad eccezione di qualche esperimento strumentale, si trascorre una sincera oretta di buona musica synth-rock, a volte più chitarristica (le cavalcate post-punk di "Munich", i fraseggi di "Hearts For Sale"), altre danzereccia e devota al pop elettronico degli 80s ("Violent" e "True Lies"). È però in alcuni inaspettati momenti che i New Division tirano fuori le unghie, tanto da competere con colleghi anche veterani. L'intimismo di "Sense" è magistrale e affascinante, per uno dei più bei pezzi registrati negli ultimi mesi, mentre "Memento" e "Saturday Night" non negano quelle venature dark-wave adatte a completare il canovaccio. Al primo album, però, non si può proprio sperare nell'assoluta originalità. Una certa ingenuità a livello di produzione: l'abuso del riverbero vocale non rende giustizia al cantato di Kunkel, che potrebbe davvero fare la differenza. Ma l'amalgama compositivo è ben distribuito, non c'è niente che non faccia ben sperare in prossime opere che possano fare la differenza. Forse più venate di estetica dance-club, o magari ancora più personali. Di sicuro non basterà attribuir loro la fama di risonanti e nostalgici amanti di Joy Division e New Order, dai quali rubano una parola a monicker. Per il momento, meglio approfondirli fino in fondo.
Max Firinu
http://www.myspace.com/thenewdivision
http://www.progress-productions.com/