29-01-2012
PETER BJÄRGÖ
"The Architecture Of Melancholy"
(Cyclic Law)
Time: (40:20)
Rating : 7.5
Secondo lavoro solista per Peter Bjärgö, mente dei celebri Arcana e di vari altri progetti, tra cui il defunto e blasonato Sophia. Rispetto al precedente "A Wave Of Bitterness" del 2009, questo "The Architecture Of Melancholy" ha un taglio più intimista e cerebrale che ben si adatta al tema della malinconia su cui ruota tutto il disco. La strumentazione (di cui si occupa il solo Bjärgö) vede la chitarra elettrica interprete principale della scena, con tonalità piangenti che sanno infondere quella giusta dose di tristezza e riflessione; sullo sfondo agiscono arrangiamenti di synth e qualche inserimento percussivo ("Apathy", "The Death Of Our Sun") che rimanda alle soluzioni etniche tanto care a questo autore. Ruolo di primo piano assume anche la voce baritonale e gotica di Peter, capace di fornire quel brivido aggiuntivo a brani già di per sé efficaci. Ne viene fuori un lavoro più figlio di una shoegaze sui generis che della classica dark ambient scandinava, il che garantisce un'aderenza totale al tema trattato, nonché una maggiore fruibilità dei brani; non a caso le tessiture sonore appaiono dinamiche e si lasciano andare di rado a sperimentazioni ed esiti ambientali ("Sleep Dep. Loop 1"). L'elevata caratura tecnica (la resa audio è sublime), unita ad un'esperienza artistico-compositiva di primo livello, porta a risultati notevoli, con tracce che aggirano l'ostacolo di un'esigua originalità tramite architetture immediate ed efficaci. Nel complesso di una lucidità marmorea svetta l'indimenticabile title-track, posta in apertura e basata su di un giro circolare di chitarra elettrica, lievi percussioni e tappeto di tastiera che culla l'avvolgente voce di Peter e il sottofondo canoro di Ida Bengtsson (ex Arcana), unica ospite dell'opera: di fatto un brano perfetto, denso e penetrante, in grado di toccare le corde dell'anima e che da solo vale l'acquisto dell'album. A completare il quadro intervengono testi di buona fattura ed un ammaliante digipak apribile strutturato su 8 pannelli. Un CD di buon impatto, più accomunabile a certe morbide produzioni di etichette come la Projekt che alla cupa durezza tipica della Cyclic Law.
Michele Viali
http://www.myspace.com/peterbjargo