18-05-2007
FRONTLINE ASSEMBLY
"Fallout"
(Metropolis/Audioglobe)
Time: (70:30)
Rating : 7.5
Non paghi dei meritati consensi riscossi lo scorso anno con l'ultimo full-lenght "Artificial Soldier", Bill Leeb, Rhys Fulber e soci tornano a meno di un anno di distanza dal suddetto lavoro per sferrare un duro colpo ai dancefloor alternativi con "Fallout", che nei suoi 70 minuti di durata offre sul piatto ben nove remix e tre tracce completamente inedite. La lunga sequenza di remix (tutti per brani del succitato "Artificial Soldier") si apre col 'Mindless mix' di Sebastian Komor (Zombie girl, Monofader e... Icon Of Coil? Il dubbio è lecito, essendo questi ultimi spariti...) per "Unleash", qui opportunamente pompata per funzionare a dovere nei club e dotata di un finale vorticoso, mentre Jason Novak trasforma "Buried Alive" in qualcosa di nervoso che ricorda i primi Kosheen, ovviamente con molta più cattiveria. Fa un buon lavoro Combichrist, ovvero Andy LaPlegua (altro reduce di Icon Of Coil persosi dietro a troppi side-projects...), che rende solidissima e funzionale per i club l'ottima "Beneath The Rubble", alla pari di quel Jeremy Inkel (membro dei 'nuovi' FLA) che trasforma "Social Enemy" in una devastante e pompatissima scheggia goa-trance. Meno inclini al dancefloor si rivelano invece tanto il remix di Portion Control per "Lowlife" (liquido, cupo e macchinoso) quanto quello di Dan Kearley per "Humanity" (decisamente orientato verso l'IDM), ma ci pensa Greg Reely a rispedirci in pista col suo grandioso e travolgente remix per "Lowlife" (qui reintitolata "Reprobate"), fra i migliori dell'intero lotto. È Rhys Fulber ad occuparsi di remixare ancora "Unleashed" (qui reintitolata "Domination"), a dire il vero senza stravolgerla troppo (intricate macchinazioni a parte), mentre i Covenant fanno quanto da loro ci si attende, pompando a dovere quella "The Storm" che già vedeva il loro frontman Eskil Simonsson alla voce anche nella 'album version'. Non male i tre inediti: "Electric Dreams" si dipana in forma robotica attraverso un refrain dai toni più 'soft', mentre "Armageddon" punta (quasi) tutto sul groove vorticoso, su chitarre graffianti e sulla rabbia insita fra le proprie trame sonore; di ben altro tenore la conclusiva "Unconscious", song strumentale abbastanza intricata ma non priva di ritmo, benché non fondamentale. Detto che gli inediti potrebbero anche essere semplici 'scarti' di "Artificial Soldier" e specificato che, di per sé, possono essere definiti tali giusto perché stiamo parlando dei FLA (perché per la moltitudine là fuori si tratta già di traguardi difficilmente ripetibili), "Fallout" si rivela un dischetto che potrà far gola tanto ai fans che seguono fedelmente la leggenda canadese da 21 anni a questa parte quanto ai Dj più aggiornati ed attenti: una buona collezione di remix in un periodo costellato da pessimi remix-album.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.metropolis-records.com/