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Room 107

02-12-2011

DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND + ALUK TODOLO

Untitled

Cover DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND + ALUK TODOLO

(WKN)

Time: (42:44)

Rating : 7

Sulla svolta sonora operata tempo addietro da Der Blutharsch e su come essa abbia diviso i fans della band austriaca si sono già spesi i fatidici fiumi d'inchiostro, ed ormai chi rimpiange i giorni della marzialità e del 'military-pop' non nutre più illusioni. Nel loro percorso a ritroso nei decenni d'oro del rock più acido, progressivo e psichedelico, Albin Julius e compagni, allungato ad hoc il nome in onore di certe intuizioni del passato, si fermano per incontrarsi/scontrarsi con i misteriosi Aluk Todolo, definiti dalle note ufficiali come "i maestri francesi del doom psichedelico". Benché si parli chiaramente di interscambio, il risultato finale si avvicina molto più al classico lavoro di Aluk Todolo che non a quello recente degli austriaci, quasi come se Der Blutharsch si fosse assuefatto alle vampate psicoattive del trio d'oltralpe. Quattro pezzi della durata media di oltre 10 minuti, tutti senza titolo (in pieno stile Der Blutharsch, con la variante di non affibbiarne uno nemmeno all'opera, racchiusa nel fatidico e spartano digipak), per un viaggio oscuro ed assai poco rassicurante che di certo i suoi cantori vorrebbero fosse vissuto come un vero e proprio trip lisergico. L'opener è cupa e profonda: la costante dei pezzi è quella di sviluppare lentamente un crescendo che, dopo il suo culmine, si spegne con l'approssimarsi della fine, e nel caso specifico la parte centrale sfocia in toni doom tanto funerei quanto acidi. Il secondo brano denota tratti più accessibili, con tanto di timidi cantati sullo sfondo, ma il suo incedere ipnotico - fornito di organo - evolve presto in un solido crescendo elettrico; più netti i rimandi a certo prog anni '70 col terzo pezzo, concitato e intenso come certe colonne sonore di polizieschi dell'epoca, mentre la traccia conclusiva colpisce nel segno con un bel break centrale e la conseguente iniezione d'intensità. Una release particolare che emana sensazioni plumbee e si colora di tinte scure, sicuramente appetibile per chi apprezza Aluk Todolo, ma da vagliare con la dovuta attenzione per tutti gli altri, poiché non facile da digerire per chi non fosse avvezzo a certe sonorità.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.derblutharschandtheinfinitechurchoftheleadinghand.com/

http://www.amortout.com/aluktodolo/