Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 101

14-07-2011

AND ONE

"Tanzomat"

Cover AND ONE

(Out Of Line/Audioglobe)

Time: (46:48)

Rating : 7.5

Dopo avervi parlato lo scorso febbraio del maxi-singolo pre-album "Zerstörer", giungiamo ora a saggiare il piatto forte, anche se un po' in ritardo sulla tabella di marcia. Il decimo studio-album del colosso tedesco è il primo disco di inediti dopo l'abbuffata live ed il divertissement "Bodypop 1 ½", per cui una certa attesa era legittima, anche perché gli 'assaggi' d'inizio anno avevano dato solo indicazioni parziali. Il nuovo lavoro di Steve Naghavi e soci parte come da copione, in linea con l'inconfondibile sound - oggi inevitabilmente più fine di un tempo, grazie a produzioni sempre più levigate - a cavallo fra EBM, synthpop ed electropop dal tipico taglio 'old-style' che ha sempre contraddistinto il marchio And One: "Save The Hate" apre melodica e pacata, col consueto groove ed un refrain garbato che piace, ma già la seguente "Shining Star" reinstaura quell'irresistibile senso del ritmo che alimenta la grande fisicità del trio, sempre capace di scatenare i corpi con disarmante semplicità. La prima metà dell'opera è un'altalena, con la sinuosa "Only Your Dreams" che lascia il passo ad una ballabile e scanzonata "Dancing In The Factory", il cui giro sfiora - volutamente? - il plagio totale di "Just Can't Get Enough" (!) dei Depeche Mode, e poi le belle movenze lente e notturne di "Angel Eyes" che fanno posto al ritmo trascinante dell'irrefrenabile "Seven"... Di qui in poi è impossibile trovare traccia del 'lato irriverente' degli And One, e tanto meno della loro inconfondibile fisicità, il che ovviamente dà da pensare, specie perché il tutto prende un'inaspettata piega intimista, dalla quale peraltro trapelano ottime cose: "The Aim Is In Your Head" poggia su rulli marziali in un clima scuro, preludio ad un refrain accorato che conferma le capacità di uno Steve che sa mettersi alla prova, così come "Electrocution" piace per il suo taglio plumbeo ed i cantati gelidi, fra ottimi suoni ed un bel groove severo, e siamo di fronte a due esempi di come il gruppo abbia ancora il coraggio di osare. All'oscuro groove EBM old-style della già nota e non particolarmente esaltante "Sex Drive" segue la passionale, intensa e sentita "Playing Dead", forte di un grande refrain drammatico ed un finalone sinfonico ad hoc, per un altro brano da pollice in alto; altro episodio già sentito su "Zerstörer" è l'efficace electro-ballad "No Song For You", preludio alla conclusiva "And I Love": una song impalpabile e dal respiro arcaico, con squisiti suoni mediorientali a far capolino fra l'oscurità, per un finale dai toni sacrali di tutto rispetto. Se da un lato chi degli And One ha sempre amato la dirompente fisicità ora storcerà il naso per le poche potenziali hit e per una rotta tutto sommato inattesa, dal canto nostro vorremmo plaudire ad un certo coraggio compositivo sfoggiato dal trio, unito alla classe che da sempre li contraddistingue: niente di rivoluzionario in senso generale, sia chiaro, ma per Naghavi e soci sarebbe stato sin troppo facile limitarsi a fare quello che sanno fare meglio, senza rimettersi minimamente in discussione. E invece "Tanzomat" è un lavoro che, a dispetto del titolo scelto (e dell'artwork!), non si cura troppo di certi 'paletti' ed ha parecchie frecce diversificate al proprio arco; se poi proprio volete le bombe alla "Military Fasion Show", beh, vi basta rimettere su "Bodypop"...

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.andone.de/

http://www.outofline.de/