18-06-2011
LEICHENWETTER
"Zeitmaschine"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (65:31)
Rating : 6.5
A pochi mesi dall'uscita di "Legende", i Leichenwetter tornano in pista con un album di ben 15 brani, una sorta di "best of" con numerosi estratti da "Klage" (2005) e "Letzte Worte" (2007), più un brano del disco d'esordio "Urworte" (2003) e un inedito. Come mostra la foto in copertina, il periodo delle maschere è finito e c'è la volontà di ridare vita ai vecchi brani, che sono stati quindi riarrangiati e nuovamente registrati e, seguendo l'esempio di "Legende", anche questa volta si avvalgono della peculiarità di testi estrapolati da opere di poeti classici tedeschi quali Heine, Hesse, Trakl e numerosi altri. I brani in questione assumono musicalmente le sembianze dello stile epico e sinfonico di "Legende", che, pur denotando un'ambiziosa ricerca compositiva, si forgiava di una serie di frecce che sfioravano il bersaglio senza mai centrarlo; le riproposizioni di "Zeitmaschine" appaiono leggermente svuotate delle ampollosità folk e classicheggianti che lo caratterizzavano, ma confermano la nuova strada intrapresa dai Leichenwetter. L'orchestralità e il senso epico sono vivi più che mai, ma lasciano spazio anche ad altre interpretazioni, permettendo una sorta di eterogeneità a più ampio respiro, dove la preponderanza del gothic metal s'intreccia ora a sinfonie power metal, ora a sonorità leggermente elettroniche e comunque più immediate. In questo secondo caso l'influenza della Neue Deutsche Harte è chiaro e limpido; la voce di Numen diventa più aggressiva e i sequencer la fanno da padrone, e ne è un chiaro esempio la traccia "Mutter" (chissà se già il titolo rievoca qualcosa?!... Tra l'altro è presente anche un brano dal titolo "Sehnsucht"...). Al contrario di queste, le tracce di stampo epico rasentano soporifere lamentazioni, addobbate come sono di eccessivi ornamenti orchestrali, chitarre esclusivamente powerchords (suonassero una chitarra con le sole 3 corde basse sarebbe lo stesso...) e refrain che in alcuni casi rievocano la discutibile melodrammaticità dei cantanti neomelodici italiani. Apprezzabile anche la solenne "Und Die Hörner Des Sommers Verstummten", che riecheggia alcuni arrangiamenti tipici dei Symphony X (come anche "Verführer", che si avvale di un ottimo refrain), la rallentata e drammatica "Schwanenlied" e l'inedita "Die Zeit Geht Nicht", più che altro per una ricerca di maggior impatto e immediatezza - a discapito degli eccessivi abituali ornamenti sinfonici - e per la novità della voce femminile di Nina Finkhaus. C'è anche spazio per arrangiamenti orientaleggianti nel brano "Allerseelen", inquieto ed energico al punto giusto. Tutto sommato, pur ricordando che non si tratta di nuove composizioni ma di rivisitazioni di vecchi brani (che personalmente preferivo nella loro vecchia versione, più scarna e grezza ma dal maggior fascino), l'ascolto di questo "Zeitmaschine" risulta leggermente più accattivante di "Legende", quindi preferibile per chi si voglia accostare a questo gruppo. Tuttavia sembra che manchi ancora un ultimo tassello nella ricerca di una via più personale da perseguire.
Silvio Oreste
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