04-05-2007
ULTRAVIOLET
"Dos"
(A Different Drum/Audioglobe)
Time: (42:40)
Rating : 7
A poco meno di due anni di distanza dall'apprezzabile debut "A New Day" ritroviamo il musicista spagnolo Javier Martin Balsa alle prese col secondo album della sua creatura, simbolicamente intitolato "Dos" (due, appunto). Nuovamente solo in studio di registrazione (eccezion fatta per alcuni piccoli aiuti esterni, mentre la formazione si allarga fino a divenire un quartetto in sede live), Javier riprende il discorso imbastito col succitato debut e non lo snatura, proseguendo con un sound synthpop costruito attorno a pregevoli arrangiamenti e ad una vena emotivo/passionale che manca a tutti quei gruppi dal suono più 'quadrato' dai quali Ultraviolet ha sempre inteso prendere le dovute distanze. In effetti "Dos" ricalca in tutto e per tutto quanto ascoltato sul debut, inserti di chitarra inclusi, e tuttavia - anche senza evidenziare grandi sforzi evolutivi - si lascia ascoltare con piacere in virtù della voce calda e passionale di Javier, degli arrangiamenti sempre più curati e di un suono che si rifiuta di piegarsi alla legge del bpm facile e/o dell'hit da club fine a sé stessa. Brani come l'opener "Feel Me, Heal Me And Touch Me", "Colder", "To Suffer Your Pain" e "The Speed Of Love" evidenziano un songwriting che punta molto sul lato passionale, ma che non disdegna dei refrain capaci di dare fuoco alle polveri e degli energici inserti di chitarra mai eccessivi. Ma Ultraviolet sa anche fare perno sul ritmo senza perdere concretezza, come dimostrano episodi quali "The Best Part Of Me", "Another Day In The Week", "Electronic Love Machine" e "Stage 2.0"; menzione d'onore per l'electropop ritmato e 'robotico' di "BeLIEve" (col fatidico, abusatissimo sample vocale di Bush...) e per l'intensità sprigionata da "No Rejection", highlights di un disco costruito con la dovuta sagacia e guidato in ogni sua parte dalla convincente voce del bravo Javier. Realizzare un capolavoro in ambito synthpop è un'altra cosa (vedi Statemachine e Lowe), ma Ultraviolet resta un progetto godibile ed onesto, e con un po' di fortuna il terzo album potrebbe rappresentare il disco della svolta per il buon Javier: nell'attesa, dategli una chance.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.ultraviolet-music.net
http://www.adifferentdrum.com/