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Room 106

14-05-2011

DEXY CORP

"Uchronopolis"

Cover DEXY CORP

(Black Rain/Audioglobe)

Time: (47:20)

Rating : 7

Prendendo spunto da opere quali "V Per Vendetta", "Dark City" o "Brazil", il quartetto francese realizza un concept album ambizioso quanto affascinante, creando un mondo futuristico dove la città-stato di Uchronopolis viene dominata nei suoi tredici distretti da un'oscura corporazione di umanoidi che semina terrore e panico. "Uchronopolis" (letteralmente, la città di "ciò che sarebbe potuto accadere") si erge quindi a rappresentazione della violenza e dell'oppressione in ogni dettaglio, ben supportata da composizioni serrate e aggressive che vengono intervallate, come in un ipotetico lungometraggio, da scene più rilassate di vita quotidiana nelle quali si dipana lo svolgersi degli avvenimenti. Sedici capitoli di alienazione e rabbia repressa costituiscono questo dischetto (alcuni di essi, come detto, semplici intro/outro ambient e jazz anni '30, che fungono da collante tra i diversi episodi), che prosegue nel migliore dei modi il lavoro intrapreso con il precedente "Fragmentation" (2009). L'industrial metal tirato dei Dexy Corp colpisce dritto in faccia con riff violenti ed efficaci, ben supportati dalla lacerante voce di Doctorkrank e da una sezione ritmica suonata e non solo campionata, come consuetudine della maggior parte dei gruppi del genere; l'elettronica abrasiva e metallica che completa la musica dei Dexy Corp arricchisce i riff senza mai sovrastarli, perfezionando le inquietanti atmosfere senza oscurarle. C'è quasi un ritorno alle origini del genere, quando il thrash metal degli anni '90, snellito dalle velleità tecniche, veniva spinto oltre i suoi limiti. C'è una batteria acustica che fa da motore all'assalto frontale di composizioni che, chiamatele come volete, cyber metal o steampunk, fanno venire in mente il discorso iniziato anni fa dai Ministry. E poi ci sono dei veri e propri refrain, decisivi per dare respiro ai brani e per memorizzarli più facilmente. Unico limite, un songwriting non sempre all'altezza: alcuni brani danno un gran respiro a un genere ormai in declino, aggiungendo melodie intriganti a un muro di distorsioni continue; altre volte l'aggressività delle composizioni sembra essere l'unico obiettivo del combo transalpino, in questi casi non particolarmente ispirato e un po' ripetitivo nelle soluzioni proposte. I capitoli più riusciti restano "Nero's Dream", nella prima parte leggermente rallentata rispetto agli altri brani e con qualche rimando al crossover, la tiratissima "Ex-Utero" e la title-track, posta in chiusura all'album, dove la violenza dilaniante si mescola sapientemente a una serie di riff ora incalzanti, ora rallentati, ora cadenzati e quasi mosh. Presente anche la cover di "No Tears" dei Tuxedomoon. Nell'attesa di una possibile futura visualizzazione di questo concept, consigliamo caldamente il lavoro dei Dexy Corp a ogni amante di queste sonorità.

Silvio Oreste

 

http://www.myspace.com/dexycorp

http://www.blackrain.de/