30-04-2011
LEVANT
"Beyond The Masque Of Eden"
(Dead Scarlet Records)
Time: (44:14)
Rating : 7
Col debutto sulla lunga distanza di LeVant, nuovo side-project del compositore rumeno George D. Stanciulescu (mastermind degli ottimi Ad Ombra), torna sul mercato la greca Dead Scarlet Records, label poco prolifica in termini di uscite, ma sempre attenta alla qualità delle proprie release. Recuperate dall'esperienza con Ad Ombra sia la mezzo-soprano Alexandra Damian che la soprano Ilinca Olteanu, il Nostro ha completato la line-up di questa sua nuova avventura artistica con l'altra soprano Maria Paduraru ed il chitarrista Mihai Mahalu, dando vita con essi ad un sound di stampo più marcatamente elettronico rispetto ai toni prettamente sinfonici del progetto principale, come già mostrato dal recente EP in download gratuito "Naked Light" (che consigliamo di recuperare). Ben confezionata in un elegante digipak a sei pannelli e prodotta in soli 500 esemplari, l'opera ruota attorno al songwriting magnetico, affascinante ed avvolgente di George, che spinge verso una mistica elettronica d'atmosfera, lontana dalle facili catalogazioni ed a tratti vicina a certe cose di Delerium o Schiller, fatte ovviamente le dovute proporzioni. Melodie gentili e suadenti si dipanano su ritmiche groovy, lontane dai soliti stilemi e più attente ad avvolgere che non a dettare il passo sul dancefloor, anche se momenti come le più vorticose "And If..." e "The Sex, The Penance, The Dissent" riescono a scatenare il corpo a dovere. Prevale un mood pacato nei toni e misterioso, come dimostrano in particolare "Through Heaven's Grace" ed una "Faustian Skies" che si fregia di un bel sample in italiano, mentre la chitarra svetta soprattutto nella pinkfloydiana ed avvolgente "Within Chimeras", svolgendo un lavoro decisamente più solista che ritmico. Alle varie tracce non manca certo l'intensità, a partire da una "SyMatrix (The Spirit Roundabout)" che recupera certi toni sinfonici propri degli Ad Ombra, ma, pur fra tante ammalianti melodie, si avverte la necessità di un songwriting meglio focalizzato, di una produzione più corposa, di arrangiamenti meglio bilanciati e di un'integrazione più utile e produttiva delle tre valide cantanti, sinora coinvolte solo per vocalizzi sicuramente suggestivi, ma decisamente limitanti. Gli stessi spoken words maschili devono risultare più incisivi - così come la chitarra deve ritagliarsi più spazi diversificati - per raggiungere l'ambita eccellenza; ciononostante si tratta di un primo passo dotato di un proprio fascino, un caleidoscopio di profumi e colori ancora in divenire ma già meritevole di attenzione, e siamo certi che George, col tempo, saprà affinare le proprie arti anche in questi ambiti più inclini all'elettronica, bissando i picchi qualitativi e di contenuti raggiunti col suo act principale Ad Ombra.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/levantmusic
http://deadscarletrecords.com/