30-04-2011
STONEMAN
"Human Hater"
(Twilight Zone Records)
Time: (41:50)
Rating : 6.5
Gli Stoneman, in pista fin dal 2004, dopo due dischi e numerosi opening-act per band quali Deathstars, Impaled Nazarene e Wednesday 13, giungono alla realizzazione della loro terza fatica, una tappa cruciale nella carriera di ogni gruppo. Devo ammettere che non appena ho letto il foglio di accompagnamento di "Human Hater", ho subito storto il naso. Autodefinirsi la miglior band dark metal della Svizzera, per quanto tale nazione possa essere piccola e meno prolifera di altre, mi è sembrata una sparata presuntuosa e costruita ad arte. Rimpinzare la dose affermando di aver creato un capolavoro indispensabile per ogni metallaro mi ha fatto addirittura sorridere. Procedendo per l'ascolto di "Human Hater", il mio pregiudizio si è poco alla volta affievolito e uno scanzonato modo di intendere il metallo nella sua fase più industrial e gotica, mi ha portato ad apprezzare maggiormente questo lavoro. Tenendo presente che comunque non si tratta certo del capolavoro che vogliono farci credere, le peculiarità di un impatto più che mai potente e la semplicità delle strutture lo rendono perfetto per una fruizione di sottofondo, in auto o durante il jogging, o un qualsiasi momento di intensità emotiva assente. Spensieratezza e robustezza, fin dall'iniziale "White Star", si prendono a braccetto e infondono grinta ed energia nell'ascoltatore. Nulla di intimo o spirituale, nessun messaggio particolare e nessuna atmosfera da evocare, solo un sano e onesto metallo di facile ascolto. Le fonti di ispirazione passano dall'industrial più serrato e meccanico di Ministry e Rob Zombie a quello di più facile accesso alla Marylin Manson e Genitorturers, fino ad arrivare al lato più easy-listening di band gothic rock sulla scia degli Him. Che poi abbiano affrontato tour con i succitati Deathstars e Wednesday 13, lo si può appurare sia dal sound quanto dal fatto che nel disco sono presenti alcune collaborazioni, come in "Zombie Zoo", dove Wednesday 13 dona un tocco punk a composizioni altrimenti legate a un cantato che alterna parti gridate ad altre growl e scream. Cantato possente, convincente ed autoritario, di per sé ottimo se messo a confronto con la media dei gruppi del genere. Sono invece di tutt'altro spessore le chitarre, anello debole dell'ensemble, ripetitive per tutta la durata del disco e ad uso esclusivamente ritmico; per fortuna gli inserti di synth e sampler arricchiscono i brani di particolarità altrimenti inesistenti. Si distinguono "Trail Of Destruction" per l'accattivante refrain e "Kendra Comes", un azzeccato crocevia di diversi stili che si amalgamano in una potenza sonora dall'intrigante estro melodico. Di pessimo gusto la conclusiva "No Sweet November (feat. Van Velvet)", assolutamente fuori dal contesto dell'album, una vera e propria goth-rock ballad zuccherina usata come rampa di lancio per seppur comprensibili ambizioni. Nessun "masterpiece for every metalhead", mi dispiace. E ricordiamoci che la Svizzera, tra i tanti, ha partorito icone sacre del metal dal nome di Coroner e Celtic Frost, traguardi molto lontani per gli attuali Stoneman.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/twilightzonerecords