27-04-2007
DAS ICH
"Addendum"
(Danse Macabre)
Time: CD1 (76:42) CD2 (78:35)
Rating : 7
Anche i tedeschi Das Ich giungono ad un periodo di 'pausa creativa' (che solitamente si traduce per una band in raccolte, DVD e/o live-album), e lo fanno mettendo sul mercato questo doppio compendio di brani che abbracciano un periodo che va dagli esordi (1988) sino al 1999. Il primo dischetto include 9 dei 12 brani presenti sull'album "Morgue" (1998), uno dei lavori più oscuri e controversi del celebre duo, costruito attorno a serpeggianti parti recitate, macchinose elucubrazioni industrial e spunti neoclassici dalle cupe ambientazioni; si prosegue con quattro rielaborazioni tratte dal celebre doppio album di remix "Re_laborat", segnatamente quelle curate da Laboratory X, And One, Funker Vogt e VNV Nation (questi ultimi alle prese con "Destillat", divenuta in questa forma uno dei brani più ballati sui dancefloor alternativi), per poi concludere con cinque estratti dalla colonna sonora della pellicola underground "Das Innere Ich", dove venivano evidenziate sonorità estremamente cupe e per certi versi vicine a certa dark ambient, sebbene riviste in chiave Das Ich. Il secondo dischetto si apre invece con due estratti dal singolo "Destillat" fra i quali spicca la versione estesa della title-track, verosimilmente la più celebre hit del duo (qui impreziosita dalla voce di Bettina Hirschberger), per poi proseguire con tre brani a testa presi dai singoli "Kindgott" e "Stigma", fra remix e versioni estese. Tre anche i brani estrapolati dal live-album "Feuer" del '95, mentre altri due pezzi vengono ripescati dal debut ufficiale "Satanische Verse", EP rilasciato nel 1990; si chiude con due versioni demo risalenti all'88 (in pratica gli unici due inediti fra i 155 minuti della raccolta), segnatamente "Gefallener Engel" (vicina a certa cold wave e cantata in inglese) ed "Exorzist" (versione embrionale della celebre "Des Satans Neue Kleider", poi apparsa su "Satanische Verse"). Una doppia raccolta utile tanto per recuperare tracce di difficile reperibilità (anche se probabilmente i fans del duo già posseggono tale materiale, e forse per loro un paio di versioni demo non basteranno a giustificare la spesa, complice un booklet piuttosto 'spartano'...) quanto per chi si volesse avvicinare ad una band che ha letteralmente fatto la storia del suono elettronico 'made in Germany' attraverso la creazione di architetture sonore apocalittiche difficilmente ripetibili, fermo restando che siamo ben lontani dal classico 'best of'. Un compendio bizzarro per una band che ha fatto della bizzarria stessa un'arma da usare senza timori in sede di composizione.
Roberto Alessandro Filippozzi