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Room 102

09-04-2011

TAPAGE & MEANDER

"Etched In Salt"

Cover TAPAGE & MEANDER

(Tympanik Audio)

Time: (68:26)

Rating : 7.5

Continua la messe di uscite per l'attivissima Tympanik Audio, che festeggia il cinquantesimo cd prodotto, con "Etched In Salt", nuova fatica del duo olandese Tapage (aka Tijs Ham) e Meander (aka Conrad Hoyer, conosciuto come Ophidian). Nato come collaborazione estemporanea ai due progetti principali, Tapage & Meander vanta solo un EP ("Hydromedusa" del 2006), il brano "Jelly Battleship" sulla recente compilation "Emerging Organisms" (sempre della Tympanik) e poco altro. Nonostante ciò, il duo ha già messo in mostra una buona dose di personalità, e soprattutto una sua ragione di esistere all'interno della scena IDM. Molte le frecce al loro arco. Innanzitutto il grande lavoro con i sintetizzatori, sempre diversi, pesanti, moderni ma anche vintage, a volte pregni di un mood techno-rave, altre volte forieri di scarne melodie cupe, capaci sempre di cesellare ogni singolo pezzo. Le percussioni vivaci e complesse, a volte in crescendo, creano dinamiche molto interessanti all'interno dei brani, che cambiano e si evolvono in corsa, senza però strappi ed in maniera fluida, come se le idee usate per realizzarli si sovrapponessero senza soluzione di continuità, cosicché l'ascoltatore passa da un mood ad un altro senza quasi rendersi conto di trovarsi sempre all'interno dello stesso pezzo. Vi è poi, all'interno del CD, una serie di riferimenti all'acqua, sia nella copertina che nei titoli (qualche esempio: "The Tide", "Hydrostatic Skeleton", "Plankton", "Oceanographic", "Abyssal Pain"), che farebbero pensare a questo elemento come fonte di ispirazione: in realtà è la musica stessa che ricorda il movimento del mare, vario, instabile e imprevedibile. Se poi si vanno ad analizzare i singoli pezzi, c'è da dire che ve ne sono alcuni di ottima fattura: "Tolopea", ad esempio, potrebbe essere una ideale colonna sonora per un videogame, con i suoi synth 'vecchia scuola' scintillanti e techno-oriented e i diversi livelli di velocità del ritmo. Discorso simile vale anche per "Plankton", "The Tide" e altre. In un panorama molto upbeat, il meglio del disco arriva con i pezzi più lenti, segnatamente "Osedax" e "Abyssal Plain": in essi il ritmo rallentato consente a chi ascolta di apprezzare appieno le infinitesimali tessiture sonore e ritmiche di cui sono pieni i pezzi. Forse è proprio questo il difetto maggiore del disco, ovvero l'averlo condotto a velocità folle in quasi tutti i pezzi, cosa che alla lunga toglie un po' di interesse, ma soprattutto va a discapito della profondità dell'ascolto. È certo che se Tapage & Meander avessero fatto un disco sul livello degli ultimi pezzi citati, saremmo qui a parlare di un nuovo capolavoro. "Etched In Salt" non lo è, ma è un lavoro realmente godibile, che porta oltretutto l'inconfondibile marchio Tympanik, cioè produzione accurata e lavoro in studio ai limiti della perfezione.

Ferruccio Filippi

 

http://www.myspace.com/taapaagee

http://www.ophidian.dj/