02-04-2011
STEVEN SEVERIN
"Blood Of A Poet"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (50:09)
Rating : 8
È sempre difficile valutare un lavoro musicale che fa da colonna sonora per un film, in particolare per uno muto, dove la parte musicata diventa determinante, insieme alla mimica degli attori, per trasmettere le emozioni dei personaggi. Se poi questo film è "Le Sang d'un Poète", debutto cinematografico di Jean Cocteau, targato 1930, le cose sono ancora più difficili. Il film, che a suo tempo fece scalpore, tratta dell'influenza che gli scritti di un giovane poeta sembrano avere su strani eventi che accadono nella sua vita, come statue che prendono vita o corridoi che si nascondono nel riflesso di uno specchio, e del significato della dualità nella natura umana. Forse è per questa difficoltà di interpretazione che l'unico personaggio che poteva avvicinarsi a materia così tanto ostica non fosse altro che un mostro sacro come Steven Severin, che per l'occasione ha creato una colonna sonora per accompagnare le immagini in alcune live performance. Steven Severin, per chi non lo sapesse, è stato il co-fondatore e bassista dei Banshees, facendo parte della band della signora Ballion per una trentina di anni. Una volta smessi i panni gotici, Steven ha iniziato una intensa e fruttuosa attività di compositore di colonne sonore, divenendo in breve tempo un punto di riferimento per questo genere e specializzandosi sui film muti. Chi ha avuto la fortuna di poter vedere il film, ascoltandone la colonna sonora, evidenzia il fatto che questa sia l'accompagnamento perfetto per le immagini ma, allo stesso tempo, queste risultino essere l'accompagnamento perfetto per la musica. Una vera e propria compenetrazione quindi, affascinante e misteriosa, che colpisce i sensi. Ascoltando solo la parte musicata si ha comunque la stessa impressione di mistero, fascino e magia che pare accompagnare la visione del film. Steven modifica i generi musicali per ottenere un plot austero, ma al tempo stesso vario e funzionale ai diversi stati di umore presenti nel film. Si va dalla monumentale ambient di "The Wounded Hand" all'inquietante crescendo di "Waking Statues", fino a quel piccolo capolavoro di avanguardia minimale, struggente e malinconico, che è la conclusiva "The Lyre". Le cose migliori di tutto il disco sono comunque la continua alternanza fra luce e ombra, i chiaroscuri e le mezzetinte presenti fra le note della colonna sonora, che fanno da commento perfetto per un film che vive sul rapporto fra la luce e l'ombra dell'animo umano. È inoltre tangibile l'atmosfera onirica e sognante presente in tutte le tracce, altro tema caro all'autore del lungometraggio, ad oggi considerato uno dei primi film surrealisti. "Blood Of A Poet" è una colonna sonora intesa come soundtrack completa, e non come raccolta insensata di brani famosi usati come specchietto per le allodole, che brilla di luce propria anche lontano dalle immagini che dovrebbe commentare, e Steven Severin è il compositore perfetto per musicare un film nato da una delle menti più geniali del '900, a cui contribuirono personaggi di rilievo dell'epoca: basti pensare ai costumi usati in scena, che portavano la firma di Coco Chanel...
Ferruccio Filippi