20-03-2011
LEICHENWETTER
"Legende"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (55:00)
Rating : 6.5
Lavoro molto ambizioso quello dei Leichenwetter, gruppo tedesco in pista fin dal 1996 e giunto con questo "Legende" al quarto full-lenght. Ambizioso dal punto di vista artistico e da quello musicale: se infatti da un lato è una sorta di rappresentazione sonora del meglio della poesia tedesca (i testi dei 12 brani non sono altro che poesie di Goethe, Stadler, Herder, Brentano ecc...), dall'altro, musicalmente, rappresenta in sintesi la continuità temporale tra il passato e il presente della cultura teutonica. Nella musica dei Leichenwetter sono infatti presenti numerosi rimandi a epoche storiche lontane, soprattutto nel modo di approcciare alle liriche come se si trattasse di intonare degli inni; c'è un sentimento di orgoglio nostalgico e una volontà di ricostruzione storica che finiscono per incontrarsi con il presente più alienante e industrializzato, e per questo spigolosamente arrabbiato. La strumentazione che dà vita a questo ideale punto d'incontro è di conseguenza ampia e variegata, ma artisticamente omogenea e continua, con violini e parti sinfoniche che ben s'intrecciano ai ruvidi riff di chitarra tipici della Neue Deutsche Harte. Metal di stampo gotico a forti tinte epiche e sinfoniche, a volte più disteso e celebrativo, altre più solenne e incalzante grazie a cavalcate e crescendo tipici di band quali Therion (ma lontano comunque dagli stereotipi power di Nightwish, Epica o Tristania); altre ancora ricco di stacchi e cambi di tempo su ambientazioni fiabesche, come al meglio hanno saputo fare Dreams Of Sanity e Erben Der Schöpfung. Ma non mancano neppure inserti industrial e venature pop. I brani sono anche caratterizzati da una certa orecchiabilità e dispongono di refrain dall'incedere epico che possono essere memorizzati anche in pochi ascolti. Il timbro del cantante Numen, pur non essendo particolarmente accattivante né originale nell'alternare parti pulite ad altre quasi growl, differenzia comunque il sound dei Nostri da una buona fetta del restante metal tedesco che, imperterrito, continua ad apporre piccole variazioni a ciò che propongono i Rammstein. Le parti di chitarra sono sempre precise e trascinanti, ma si limitano alla ritmica, senza mai osare in fraseggi particolari o soluzioni alternative che aggiungano elementi imprevisti nello scorrere dei brani. Il grosso del lavoro è nelle mani di Doc. Bawin e nelle sue tastiere, una vera e propria orchestra che si incontra e sovrappone alla tecnologia moderna. C'è però una cosa, purtroppo fondamentale, su cui i Leichenwetter lasciano a desiderare: non c'è nessuna canzone memorabile, quella che ti fa drizzare le orecchie o che ti colpisce dritto al cuore, che dia delle emozioni particolari o che contenga un riff indimenticabile. L'album è un ottimo continuum dal punto di vista concettuale e compositivo, suonato e prodotto in modo impeccabile, ma se dovessi fare il nome di una traccia che svetta sulle altre, farei molta fatica a trovarne una. Tra tutte citerei comunque l'iniziale "Anrede" o "Verklärung", più che altro per la peculiarità di refrain che si ricordano fin dal secondo ascolto, e "Abendlied" per l'elegiaca maestosità. Da segnalare infine, per dovere di cronaca, la coerente personalizzazione di "Out Of The Dark" di Falco. Difficile fare un discorso generale per lavori di questo tipo: sicuramente gli appassionati del genere hanno un buon disco a disposizione da non farsi sfuggire, ma dubito che tutti gli altri possano elettrizzarsi all'ascolto di "Legende".
Silvio Oreste
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