05-03-2011
FAMINE
"Nature's Twin Tendencies"
(Tympanik Audio)
Time: (65:00)
Rating : 6.5
Sono ormai diversi anni che seguo Famine, e devo dire che le sue uscite mi hanno sempre attirato, sia per la perizia tecnica con cui venivano eseguite, sia per la virulenza di alcuni passaggi. Dalle note dell'etichetta pare che, con il nuovo lavoro, Famine abbia cercato di dare una svolta più morbida e arrangiata alla propria proposta musicale. Dall'ascolto complessivo del disco in effetti si possono notare alcune differenze rispetto al passato, e soprattutto una maggiore attenzione alla parte più atmosferica della musica. Tuttavia il disco parte in maniera, diciamo, tradizionale: i primi tre pezzi "Mercury", "Powerspender" e "Sig/Int" rimandano alle cose precedenti del solo-project canadese, ovvero elettronica minimale e sonorità post-industriali in un tripudio ritmico ed emotivo. Già in "Utârid" si sentono i germi di una maggiore attenzione agli arrangiamenti ambientali, con un finale quasi mistico che si fonde nell'inizio della successiva "Remorseless", introdotta da un organo satanico che sfocia in una velocissima cavalcata elettronica. La stessa natura più malinconica e intimista la troviamo in "Realign" o nella complessità di "Material Things", mentre "Weak" inizia con un riff quasi rock, per poi proseguire in maniera suadente e dolce. Nella title-track sono invece condensate tutte le anime attuali di Famine, come l'elettronica minimale, l'ambient, le atmosfere quasi da soundtrack, ed essa rappresenta probabilmente l'apice del disco, con il suo finale acustico e mistico. Nel programma non mancano violente sferzate industrial come "Dread Father" e "Blasphemous Reverence", che suonano come una sorta di ibridi electro-death metal ad alta carica adrenalinica, grazie anche ai campionamenti presi da gente come Mercyful Fate, Napalm Death, Dimmu Borgir e Gorgoroth. Nel complesso, quindi, "Nature's Twin Tendencies" è un opera che introduce indubbiamente novità nel suono di Famine, senza però rinnegare le cose fatte in passato. Nello stresso tempo, però, la Nostra sembra aver abbandonato la parte più cerebrale e metafisica del proprio sound in favore di una maggiore fisicità ed immediatezza, scelta questa assolutamente legittima, ma che toglie un po' di originalità ad una proposta tuttavia valida. Vedremo nelle prossime uscite quale strada la musicista di Toronto vorrà prendere.
Ferruccio Filippi
http://bugscrawlingoutofpeople.com/famine/