24-04-2007
COLLECTION D'ARNELL-ANDREA
"Exposition, Eaux-Fortes Et Méandres"
(Prikosnovénie/Audioglobe)
Time: (58:25)
Rating : 6
L'ultimo lavoro di questo longevo progetto francese nasce in modo singolare: ogni traccia è infatti ispirata da un dipinto di un autore del XIX secolo, di qui il titolo "Exposition" che prende vita - a sua volta - dal nome di un lavoro del compositore russo Mussorgsky ispirato dai quadri del suo defunto amico Viktor Hartmann. Ogni singolo quadro che dà vita ai brani della Collection d'Arnell-Andrea può essere osservato nel sito del gruppo stesso (mi domando, però, per quale motivo non abbiano messo le foto dei dipinti nel booklet!). Questo è tutto ciò che fa riferimento alla vena neoclassica dell'ensemble d'oltralpe, mentre per ciò che concerne la musica ci troviamo dinnanzi a suoni goth rock moderni e spesso anonimi. Chi, come me, seguiva questa realtà francese dagli albori (mi riferisco soprattutto ad album come "Au Val De Roses") rimarrà senz'altro spiazzato ascoltando la loro nuova release, infatti la strumentazione classica (viola e violoncello) è relegata ad un ruolo secondario, utilizzata per arricchire il suono e dare forza ai brani, mentre tutto il disco è costruito con strumenti tipicamente rock (basso, chitarra, batteria e tastiere) e rimane solo la voce celestiale di Chloé St Liphard a dare ancora un minimo tocco etereo e sognante alle tracce (che spesso ricordano le release più recenti dei Cranes). Le sessioni ritmiche risentono a più riprese dei campionamenti (su "Into Flowers" in particolare), che danno un po' di vitalità al suono. Rimangono nel sound dei nostri alcuni motivi ritmici di derivazione electro-dance ("I Can't See Your Face") che faranno felici i gestori dei dancefloor oscuri, mentre l'unica traccia veramente riuscita è l'apripista "Les Sombres Plis De L'Âme", capace di fondere chitarre, archi e synth in una melodia che sa conquistare. Se avete amato (come me) gli album più neoclassici del gruppo francese rimarrete di sicuro delusi da questo "Exposition", che di neoclassico ha ormai solo il titolo e il movente. Un disco consigliato ai completisti ed ai fanatici del gothic ad ogni costo. Io preferisco rimpiangere le atmosfere sognanti e appena velate di new wave dei loro vecchi long playing, ma forse sto invecchiando...
Michele Viali