31-01-2011
SUBHEIM
"No Land Called Home"
(Ad Noiseam)
Time: (52:13)
Rating : 9
Nel maggio del 2008, recensendo il debut di Subheim "Approach", azzardammo questo pronostico: "...se il Nostro continuerà su questa strada, magari ampliando la collaborazione con Katja, in breve tempo riuscirà ad entrare nel gotha del settore...". E dopo che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia per il greco Kostas K., dapprima - purtroppo - con la chiusura della sua buona label Spectraliquid e poi col trasloco a Londra, fa piacere sapere che è stata la tedesca Ad Noiseam (dopo l'esordio su Tympanik Audio) ad accaparrarsi i servigi del talentuoso artista, riportandolo sotto i riflettori col nuovo lavoro, edito in una splendida veste grafica. Se da un lato la collaborazione con la capace Katja si è nei fatti ampliata, con tutti gli effetti positivi che auspicavamo, il songwriting ha invece messo da parte le ottime inflessioni IDM del debut, e sebbene questo farà storcere il naso a qualcuno, è doveroso asserire con fermezza che il coraggio e le capacità del Nostro hanno sì portato il suono di Subheim in altre direzioni, ma raggiungendo i massimi livelli di scrittura e di perfezione formale possibili. Il suono si è fatto sempre più organico e raffinato, con ospiti chiamati ad eseguire parti di violino, violoncello e clarinetto, più lo stesso Kostas impegnato con chitarre, basso e svariati tipi di percussioni, e di pari passo Subheim ha cercato la perfezione della forma-canzone in chiave downtempo, raggiungendola con una maestria rara e col supporto di una produzione da applausi, che lega alla perfezione elettronica e strumenti. Undici brani che sono altrettante prodezze, perle le cui magiche melodie si mescolano coi suadenti ritmi e la meravigliosa voce di Katja in strutture ed arrangiamenti di una classe superiore. Dolente nell'iniziale "Dusk" come nella conclusiva "At The Edge Of The World", struggente nella ballad "The Veil" (magistralmente cantata con immane pathos da Timothy N. Gregory), e ancora possente nella marziale "December" e nel crescendo finale di "Conspiracies", epico nella profonda ed incisiva "When Time Relievs" o misterioso nella mediorientale ed ipnotica "Dunes": Subheim è tutto questo e molto di più, fino ad una carezza divina come "The Ravage Below", dove Katja regala brividi. Atmosfere catturate come meglio non si potrebbe scatenano sensazioni e visioni che rendono l'esperienza d'ascolto estasiante, per un follow-up che ci consegna un autore di una maturità artistica e di un gusto compositivo superiori, coraggioso nel perseguire i propri obiettivi e forte di un risultato che lo pone al top dei compositori downtempo/IDM. Favoloso!
Roberto Alessandro Filippozzi