Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 101

24-01-2011

COVENANT

"Modern Ruin"

Cover COVENANT

(Synthetic Symphony/Audioglobe)

Time: (49:10)

Rating : 8.5

Se pensiamo che l'ultima prova in studio della band svedese, "Skyshaper", risale al 2006, possiamo ben comprendere quanto sia stata lunga e sofferta l'attesa - intervallata solo nel 2007 dal DVD live "In Transit" e più di recente dal fatidico EP pre-album "Lightbringer" - per i molti fans dei Covenant sparsi per il globo, anche per via dei continui e numerosi rinvii sulla data d'uscita. Finalmente il settimo studio-album del gruppo, primo lavoro col tedesco Daniel Myer (che sostituisce il defezionario membro storico Clas Nachmanson) in formazione, arriva sul mercato, andando a saziare tanto le aspettative quanto l'ovvio quesito di fondo che aleggia da tempo: che peso avrà avuto sul songwriting una personalità forte e di grande spessore artistico come la mente degli Haujobb? Che Daniel avesse partecipato attivamente al processo di scrittura era cosa già nota, e dall'ascolto del nuovo opus emerge chiaramente l'impronta del Nostro, soprattutto a livello di suoni ed arrangiamenti, ben contestualizzati in un sound assolutamente coerente con la storia pregressa dei Covenant, ma palesemente arricchito con la grande qualità che Mr. Myer sa infondere a qualsiasi cosa tocchi. Un valore aggiunto in ogni senso, dunque, e forse proprio quello che in una qualche pur piccola misura ancora mancava ai Covenant dei precedenti lavori per tirare fuori da sé stessi il massimo dalle proprie canzoni, come "Modern Ruin" dimostra a più riprese, a partire dal singolo pre-album "Lightbringer", gioiello dal piglio synthpop realizzato in combutta coi grandiosi e giovanissimi connazionali Necro Facility, già apprezzato sull'apposito EP. Subito si profila un'altra perla: "Judge Of My Domain" è un'incalzante e ballabile hit con cantati esaltanti ed un refrain superlativo, destinata a diventare un nuovo classico del trio, mentre in sede live avevamo già testato lo scorso anno "Dynamo Clock", ossessiva ed ipnotica senza mai mollare la presa. L'enorme delicatezza della brevissima ed intima "Kairos" prelude all'elegante e passionale "The Beauty And The Grace", ritmata con gentilezza e a tratti toccante, semplicemente il brano più maturo che i Nostri abbiano mai fissato su dischetto, ma l'arricchito approccio compositivo rende possibile trovare nel medesimo disco anche il momento più coraggioso mai osato dal gruppo: parliamo di "Get On", song dal lucente taglio cosmico giocata su magici vortici di tastiere prog, fra refrain travolgenti e break elettrizzanti. Il groove di "Worlds Collide" avvolge lo scenario in un manto di dance crepuscolare, laddove "In The Night" tratteggia scenari notturni con sonorità 'aliene' (e ancora un virtuosismo prog) e strane scelte vocali: è verosimilmente il frangente meno avvincente dell'album, comunque coraggioso e non privo di motivi d'interesse, e tuttavia non così indispensabile ai fini della completezza e della riuscita dell'opera, ma subito arriva il 'riscatto' sotto forma del prossimo classico annunciato: "Beat The Noise" è estremamente intensa e sfodera un taglio EBM che ben si sposa alla fisicità del ritmo, e siamo certi che non mancherà di furoreggiare nelle scalette dei prossimi live show del trio. Chiude "The Road", dove la bella voce di Eskil si posa con grande pathos su linee di synth leggere ed eteree, col ritmo che subentra gentilmente e con estrema raffinatezza: una chiusura quasi in punta di piedi, emozionante nel suo librarsi sottilmente. Difficile dire adesso se "Modern Ruin" riuscirà a spodestare le precedenti opere (troppe le 'scuole di pensiero' divergenti per scegliere un titolo su tutti) nella classifica di gradimento dei fans dei Covenant, ma quel che è certo è che si tratta dell'opera più matura, coraggiosa e completa sotto ogni punto di vista per la band, segno di come i Nostri non si siano certo 'accontentati' di essere il gruppo-guida (assieme ai VNV Nation) del future-pop, ma abbiano perseguito nuovi, più ambiziosi traguardi artistici: quelli che competono ai migliori in assoluto. La 'fase 2' della storia dei Covenant è iniziata nel migliore dei modi.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.covenant.se/

http://www.spv.de/syntheticsymphony/