06-10-2010
SAINTS OF RUIN
"Nightmare"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (49:58)
Rating : 5
Dalla pubblicazione dell'EP "Fairytale" del 2008 sono cambiate parecchie cose in positivo per i californiani Saints Of Ruin. Innanzitutto la possibilità di realizzare il primo full-lenght ufficiale con una scuderia attenta e prolifica quale la Echozone, e poi l'invidiabile traguardo del terzo posto tra i più cliccati gruppi goth senza etichetta su Myspace nell'anno 2009. Ma purtroppo l'attesa è proporzionale alla delusione: "Nightmare" è un lavoro mediocre che non ripaga delle belle parole spese in precedenza nei loro confronti. Come prima cosa va detto, nel cercare di descrivere il suono del quartetto, quanto la provenienza geografica sia fondamentale. Verrebbe banalmente da dire che il sole, le spiagge e le calde feste della West Coast proliferino con difficoltà in quei sentimenti introversi ed oscuri che solitamente analizziamo (anche se da quelle zone provengono molti gruppi a noi cari...). Senza voler però generalizzare un discorso troppo ampio per poterlo descrivere in queste poche righe, ed in fondo più sociale che musicale, ci limitiamo a dire che mai come in questo caso non si può prescindere dall'ambiente di provenienza. E pensare che il chitarrista Tommy Dark, inizialmente residente a New York, si trasferì in California solo dopo aver conosciuto la talentuosa cantante Ruby Ruin: scelta azzeccata e dalle buone prospettive, ma che sicuramente ha influito sul sound del gruppo. Il risultato di questo matrimonio artistico è infatti quello che si potrebbe definire 'glam-goth': un po' per l'immagine sexy che riporta all'attitudine che fu propria di gruppi come Motley Crue e L.A. Guns, con un pizzico di nero in più, un po' perché anche la musica rispecchia perfettamente ciò che in quegli anni era visto come il 'lato commerciale' di un movimento estremo di più ampia portata. Un approccio schietto ai limiti del rudimentale, poco oscuro e molto diretto, basato su canzoni dalla struttura semplice e dalle esigue velleità artistiche. Si può quindi dire che il gothic rock dei Saints Of Ruin sta al movimento goth in generale come l'A.O.R. stava all'hard rock/metal degli anni '80 e '90. Se l'iniziale "Ashes" rappresenta in pieno questo concetto nel suo piacevole refrain a due voci, la seguente "Dying Time", con il suo ritmo cadenzato, rallenta un po' troppo il groove per essere solo al secondo brano. La terza traccia è invece la cover di "Bloodletting" dei Concrete Blonde, fumosa e sensuale e ben adatta al suono della band, ma che non basta ad innalzare la mediocrità di un lavoro che non spicca né per originalità, né per capacità compositive. Le parti di chitarra e di batteria risultano troppo prevedibili, l'uso delle tastiere molto marginale. Da questo inizio si evince che la sola a tenere in piedi le sorti di "Nightmares" è la cantante Ruby Ruin, dotata di una voce dalla decisa personalità che va al di là dei soliti stereotipi e che dimostra tutte le proprie capacità nella title-track, una sorta di preludio alla malinconica e semi-acustica "End Of Days". La successiva "Be My King" mette in mostra la parte elettronica dei Saints Of Ruin, in un brano che si discosta leggermente dal resto dell'album a livello di suoni, ma che crea allo stesso tempo una continuità tramite melodie vocali ben riuscite che rievocano prepotentemente gli anni '80. Merita ancora di essere citata "Halloween Song", ma solamente per le inusuali e scanzonate atmosfere balcaniche. I testi spaziano dalla denuncia della caccia a quella della guerra durante il periodo Bush, a citazioni di serial killer, alla disarmante indifferenza tra i giovani su casi di suicidio fra i loro coetanei. A conti fatti, resta il dubbio che l'enorme successo suscitato su Myspace celi qualche stratagemma per alterare ad arte il numero degli ascolti. O fa pensare che gli americani (ma non solo) si accontentino di poco in ambito goth-rock... Il classico disco da ascoltare e su cui passare oltre, perché non lascia nulla: un maggior numero di ascolti, a differenza di altri lavori dove si potrebbero scorgere nuove sfumature, lo renderebbe solo più noioso. Da prendere per quello che è: nulla più di semplici canzonette.
Silvio Oreste
http://www.saintsofruin.com/Saints_of_Ruin_Website/Home.html
http://www.bob-media.com/cms_echo/