05-08-2010
BACIO DI TOSCA
"Hälfte Des Lebens"
(Caput Medusae Records)
Time: (52:52)
Rating : 7.5
In un panorama neoclassico che ama contaminarsi per trovare nuove vie (in primis con l'elettronica), Dörthe Flemming sceglie invece di relegare certi vezzi sonori al ruolo di orpelli per interpretare la musica lirica e sinfonica senza prendere troppe distanze dalla tradizione. Non prendendo a prestito motivi ed arie dall'archivio dei grandi compositori della storia, però: l'artista tedesca preferisce infatti avvalersi di testi tratti dagli scritti di nomi celebri della letteratura (Heine, Lenau, Hesse, Geibel etc...), attorno ai quali si premura di costruire strutture musicali in linea con gli stilemi più noti della musica classica. Se nei precedenti capitoli ("Der Tod Und Das Mädchen" del 2007 ed "...Und Wenn Das Herz Auch Bricht!" del 2008) l'apporto musicale si riduceva all'essenziale, nella nuova fatica esso si rivela in parte più corposo, benché sempre subordinato a fare da sfondo all'ugola celestiale dell'avvenente cantante. Nelle 14 tracce incluse è sempre la sublime vocalità della maestosa Dörthe a guidare le danze, talvolta coadiuvata da violino e violoncello, in altri casi delicatamente accompagnata da un flebile manto electro funzionale alle effusioni sinfoniche. L'opera dell'artista tedesca rimane dunque indicata soprattutto agli amanti del bel canto (che potranno letteralmente bearsi delle enormi capacità della Flemming), ma, come detto, il nuovo capitolo presenta anche spunti strumentali più concreti, come nel caso dell'incedere coldwave dell'iniziale "Das Herz Ist Mir Bedrückt", dei glaciali riflessi electro della title-track, del piano che guida la triste "Himmelstrauer" e della base più 'liquida' della dimessa ma suadente "Ich War Einmal". Come da tradizione classica, tanto l'apporto strumentale quanto la vocalità magistrale della Flemming (che da sola vale il prezzo del dischetto) sono funzionali alla ricerca di una precisa atmosfera e a delineare i contorni emotivi del contenuto lirico, e nel fare ciò emerge la maestria, la classe e la determinazione di un'artista che potrebbe interpretare qualsiasi opera di fronte alle platee più rinomate ed esigenti. Momenti come la solenne ed ariosa "Ist Mancher So Gegangen", l'austera e fosca "Vergebens", la tragica e delicata "Der Schmerz", la più fiabesca "Rückgedenken" o la più sontuosa e possente "Reue" parlano chiaro in merito all'abilità della Nostra (ben coadiuvata in sede di produzione dal fidato Jörg Knieschewski) nel costruire trame intrise della più sincera passionalità lirica, ma se ancora non bastasse, la pomposa "Lamentationen" si pone quale picco dell'opera in qualità di splendente gioiello capace di un taglio da soundtrack fortemente suggestivo. Se cercate musicisti capaci di traslare l'esperienza classica in contesti diversi e futuribili dovrete rivolgervi altrove, ma se desiderate godere dell'opera di un'artista capace di interpretare la tradizione lirica e sinfonica con rispetto e capacità degne di lode, ancora una volta la troverete in Dörthe Flemming, gran cerimoniera del neoclassicismo più fedele all'eredità dei grandi compositori del passato.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.caput-medusae-records.de/