05-07-2010
INDICA
"A Way Away"
(Nuclear Blast)
Time: (46:28)
Rating : 7.5
Cinque ragazze con un compito: proporsi su larga scala distributiva per combattere il music-biz dall'interno, la junk-music da chart, contrapponendole un suono che forse rischia di far storcere il naso ai 'talebani' del goth e del metal (soprattutto nelle fasce meno giovani), ma che invece è una potente arma se semina, nelle generazioni 'teen', l'abitudine al rock scuro. Il tutto senza improvvisazioni come certe stupide ed inutili singer, che con un refrain orecchiabile ed un vocoder ingrassano appunto il junk-music system. Le Indica sono totalmente credibili e godibili: le cinque ragazze finlandesi sono innanzitutto questo, credibili e... catchy! È spontaneo durante l'ascolto di "A Way Away" lasciarsi catturare dall'apparente semplicità di ogni sinfonia pop-gothic-metal costruita sulla chitarra di Jenny o della leader Johanna (soprattutto la voce nell'economia della band, o le colorate partiture di violino), sul basso di Heini, sulla batteria di Laura o sul clarinetto e la tastiera di Sirkku. Mai aggressive. Immaginatele come artefici di ballate che nascono in un mondo 'fairy' metal, non vissuto dalla parte delle principesse (tutto il roster Disney va bene) ma delle regine, le matrigne, che pure sono donne, quindi innamorabili, romantiche, autentiche. Non è un caso: anche se lo split di Tarja Turunen dai Nightwish è oramai datato, le Nostre su quei terreni si muovono con caparbia garbatezza al punto di convincere, nelle retrovie produttive, Tuomas Holopainen, tastierista dei Nightwish, che ne è diventato il produttore e grazie a cui approdano alla Nuclear Blast, e non è poco. "Islands Of Light", "Precious Dark", "Scissor, Paper, Rock" sono brani che hanno lo stile classico che si struttura in riff di sei corde e basso, in cui parti sinfoniche rinforzano delicate il metal-sound; a differenza dei fratelli maggiori Nightwish il tutto si risolve nell'uso della voce di Johanna, sì lirica ma non impostata, soluzione che l'arricchisce di dream-pop soffusamente gotico. In altri momenti prevale invece la sinfonia metal, romantica nel costruire ballate che hanno la stessa valenza degli assoli sentimentali di vecchia scuola musical-Broadway, quei momenti in cui la protagonista innamorata sogna e nel farlo canta, immagina, vive. Soprattutto in "Lilja's Lament" o in "Eerie Eden", piccole ballate gotiche di grande sapore appassionato: le regine sono sedotte, e quindi le barriere del crudele essere sono totalmente abbassate. Spesso protagonista è la tastiera settata in modalità pianoforte, e la voce molto suadente della leader (la Scandinavia è fucina di cantanti quasi sempre di ottimo valore) carezza il canto ora in inglese, a differenza del passato che le voleva in idioma finnico. È la maggiore mutazione da quando sono timidamente entrate in Nuclear Blast, ed il piccolo 'corto' "Islands Of Light", con i suoi tre brani poi riportati in "A Way Away", saggiava gli umori del pubblico all'inizio di questo prolifico 2010. Grazie all'impero della label tedesca il Pianeta è ora alla loro portata, senza dimenticare che tra le mura domestiche già un disco di platino ed un paio di aurei sono stati conquistati dalle Indica recentemente. Dieci tracce che non si limitano ad un genere, ed il classico metal-sound è intervallato da ottime ballate quasi 'burtoniane'. In due brani come "As If" o "Straight And Arrow", complice la felina personalità di tutta la band, le partiture accattivanti e le sinfonie goticamente pop, si evidenzia un suono non così distante da Emilie Autumn, un filo che accomuna ognuna di loro e tante altre regine del goth-system. Per questi ed altri motivi tifiamo Nuclear Blast nel contrapporre qualcosa di diverso all'esercito di cantanti, ovviamente quasi sempre d'oltreoceano, che nel vendere fumo clonato e qualche immagine pseudo-pornografica (ma non musica) ingrassano i loro già pingui conti correnti alle Cayman: qui ci sono cinque ragazze tecnicamente preparate con dieci canzoni che appagano il palato all'ascolto, e con "A Way Away" si offrono nemesi per Lady GaGa, Kesha o per tutti quei sottoprodotti che Warner, RCA o Streamline Records spacciano come musica 'alla moda'. Se avete adolescenti in casa (l'album è perfetto per l'Emily o per la Kitty generation) e volete evitare brusche cadute verso il mainstream più becero, "A Way Away" è l'ideale, fidatevi.
Nicola Tenani