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Room 101

11-06-2010

SLAVE REPUBLIC

"Electric One"

Cover SLAVE REPUBLIC

(Accession/Audioglobe)

Time: (49:27)

Rating : 7.5

L'ultima scommessa di casa Accession è questo duo tedesco, nato nei primi anni '90 come quartetto (senza però aver pubblicato nulla di ufficiale) e riformatosi solo tre anni or sono attorno alle figure di Alec Fu (voce e chitarra) ed Alex Alice (basso, programming e backing vocals). Aiutati fra gli altri da un esperto professionista come il rinomato producer Olaf Wollschläger, i Nostri sono riusciti a concepire un debutto che sta perfettamente in bilico fra indie-pop, il synthpop a noi più caro e certi richiami ottantiani ai quali il pubblico meno giovane difficilmente potrà resistere: una formula che il duo interpreta molto bene, arrangiando sapientemente canzoni che regalano sempre un refrain degno di tal nome. La riuscita integrazione fra chitarra, basso e synth è subito evidenziata dall'opener "The Driver", semplice e diretta, da subito capace di sottolineare la qualità dei suoni e degli arrangiamenti; i richiami agli 80s sono sempre dietro l'angolo, e si manifestano in maniera più netta soprattutto con "Number Three" e con "Minimum Regret", laddove i tratti indie-pop si riscontrano più chiaramente in frangenti quali la valida "Electric" ed un'intensa "(I'm Your) Slave". Bene anche quando l'assunto strumentale disegna linee più morbide creando un clima più pacato, come nelle suadenti "Less Of Me" e "Truth Or Dare", ed anche un momento più sofferto e macchinoso come "Destiny" piace per la facilità di scrittura dell'affiatato duo, ma ad esaltare maggiormente sono i brani più ritmati, come la dinamica e fresca "Hadron Collider", ma soprattutto come le due potenziali hit "My Maker" e "Choking/Drowning": frizzante e travolgente la prima, intensamente groovy e ben fornita di una chitarra molto solida la seconda, e non ci stupiremmo affatto se uno di questi due episodi venisse scelto come singolo. Si chiude con due tracce bonus, ovvero altrettanti remix: il genio di Haujobb rielabora magistralmente "My Maker", fornendo come al solito una vera e propria ricostruzione, mentre il succitato Olaf Wollschläger manipola "Less Of Me" levigandola poco, ma donandole piccoli tratti di sicuro pregio. Un esordio agognato dal potenziale di gradimento molto trasversale: per gli Slave Republic potrebbero aprirsi molte porte, e con un 'biglietto da visita' di questo livello sarà davvero interessante tenere d'occhio la parabola artistica di un duo tanto maturo, capace ed esperto.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.slave-republic.com/

http://www.accession-records.de/