29-05-2010
WHISPERS OF THE DRAGON
"Gipsy"
(Falcata Records)
Time: (48:32)
Rating : 7.5
"Il tuo viaggio è diretto verso la tua terra natia. Ricordati che stai viaggiando dal mondo delle apparenze verso il Mondo della Realtà." È un proverbio che ci giunge dalla saggezza sufi, la forma più mistica dell'Islam verso la trascendenza con il divino, che può anche essere estraneo dal quotidiano vivere musulmano. Ancora un viaggio tra le nostre pagine, e se nel nostro piccolo vi riusciamo a coinvolgere nel pellegrinaggio che stiamo compiendo, anche faticosamente, visto che spesso il materiale appartiene a nicchie poco divulgate, un piccolo successo personale si compie: arricchire il gusto della musica di sapori che, se anche dovessero sembrare nuovi, spesso sono arcaici come le culture in cui sono maturati. Sufismo come esempio di possibilità contaminata nella religione che per lo più vediamo nelle sue piaghe integraliste, ma che in questa versione 'illuminata' si apre come infinita serie di porte intelligenti al mondo trascendente. Una delle roccaforti è la Turchia, punto centrale di tutti quei Paesi che sono coinvolti nel progetto Whispers Of The Dragon. Anche se l'aspetto mistico sufi non è assolutamente palese in "Gipsy", soffermiamoci un attimo su quante simmetrie ci sono tra una filosofia illuminata e la musica, una teoria umanista ed una composizione che, proprio perché ispirata dagli Dei, diventa per mano antropica spirituale espressione d'arte. La mente che canalizza tutte le energie creative e canore è Matt Hopkins, compositore di elettronica dotta e finemente strutturata che, dalla sua sede negli States, armonizza le fatiche (fondamentale il web in queste situazioni) tra la Bulgaria in cui Petar Jordavov si divide tra lo shakuhachi (un lungo flauto) od il pizzicabile koto, così antico nella foggia, ed i simil-mandolini (tra cui il tipico saz od il balkanian mandolin) suonati da Bojan Gagan. Sempre bulgare le voci di Rajna Skalova e Jovhan Diren, mentre il fronte arabo (inusuale ma fascinoso nelle nostre lande sonore il salmodiato melodico tipicamente arabico) è magnificamente intonato tra vibrazioni gutturali e fiati estesissimi da Aisha Samouah e l'incanto siriano che come fardello leggiadro porta nelle sue corde vocali. Nessun equilibrio: il medio-oriente di Aisha è duro, ipnotico e ricco di tipici odori di pietra polverosa: "Call To Prayer" o la tamburellata title-track (soffermatevi a cercare sul web tutte le varianti percussive che Krum Zhirkov propone con cura didattica, oltre che sonica) ci introducono nelle terre di damaschi che, anche nella voce della singer, si rinnovano vividi in nuove linee. Contrapposto a ciò c'è il balcanico mondo fatato ed oscuro cantato da Rajna e Jovhan, ben coadiuvate da Matt Hopkins, che in queste performance più che in altri momenti costruisce l'incanto tramite l'elettronica, donando a brani come "Black Abbey", "Ascension" (in cui la voce femminile diventa sottile quasi come la regina andina Luzmila Carpio) o "Nepal" (in una live-version 'progressive' da brivido) i canoni di favola oscura, primordiale, stregata. Immaginiamo ed invidiamo la caduta collettiva in un incantesimo sonoro per chi ha avuto ed avrà la fortuna di assistere a performance simili. Irfan, Dead Can Dance, Rajna, Stellamara ed altri sono i riferimenti ostentati da Hopkins per avvicinare ascoltatori al suo intelletto, ma sono solo indicazioni: lui è puro e la sua musica è purezza, anche se contaminata. Nel dare luce a "Gipsy" non ha percorso le vie 'etniche' per dare un senso - che nelle band citate è fondamento - al suono, il quale si offre così come è cresciuto nelle colte sale da musica dell'Europa di confine con il medio-Oriente. Questo è il valore immenso di "Gipsy", e se il goth nel passato ha reso a sonorità per tanti avulse il grande servigio di essere divulgate, le stesse sonorità ora possono concedersi genuine o marginalmente elaborate, perché più generazioni sono musicalmente cresciute in e con questi suoni. Il nostro pellegrinaggio tra lande che compongono il continente Europa tra tradizione e cultura non si interrompe mai: in questa tappa abbiamo lambito la Bulgaria (e non solo), che sta imponendo lentamente una personalità attraente. Il viaggio continuerà presto verso altri ambiti con la curiosità di chi scopre giorno dopo giorno le proprie origini su un vasto territorio e tra diverse etnie: in questa tappa è stato un onore offrire al pubblico italiano un lavoro di meraviglie e canti. Sapori ed odori che tra i solchi vi inebrieranno come spezie: Wisphers Of The Dragon ora può diventare anche vostro patrimonio, dandogli l'opportunità di sedurvi come un lungo canto sufi che dall'oriente incanta genti come Dei.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/whispersofthedragon
http://www.myspace.com/falcatarecords