11-05-2010
THE GIRL AND THE ROBOT
"The Beauty Of Decay"
(Trisol/Audioglobe)
Time: (46:16)
Rating : 8
Prendete un tastierista di stirpe scandinava con il genio raro dell'elettronica catchy ma che, anche quando pop, non scade nel ridicolo ed unitelo alla voce glaciale e melodica di una singer tedesca: conquisterete una miscela esplosiva, e non è solo fior di stereotipo. Se poi la voce in esame è quella di frau Plastique dei Welle: Erdball, la mistura aumenta nel sapore e nel valore. Una esegesi dovuta che ci introduce nell'artificiale e fascinoso mondo di questa nuova produzione Trisol: la collaborazione di Plastique, nella piccola essenza di questo nuovo combo, si offre al pubblico con la sua minimale perfezione che non può non sedurre, tra enfasi e suoni da fiaba creati da Deadbeat. Il musicista svedese, grazie alle sue macchine, riesce traccia dopo traccia a costruire un paradiso digitale ed etereo senza cadere in riferimenti stabili ma porgendosi come novità, sebbene sia quasi impossibile creare l'originalità assoluta. Il sound di The Girl And The Robot è un percorso che incontra più sonorità su cui prevale il future/synth-pop melodico e scandinavo, quindi la derivazione electro-wave più classica e nordica che incontriamo in act come Computorgirl o nelle inglesi Client. Tutto questo s'interseca con suoni riconoscibili in quelle particolari matrici degli anni '90 che in certa house o certa dance raffinata, influenzata dal chillout imperante di quegli anni, si esaltava in progetti come gli ATB di "You're Not Alone" (stupendo brano che ha avuto il merito di conciliare la dance da chart con una forma elegante e non solo biecamente commerciale nel proporla) oppure con gli oramai artisticamente defunti Opus III. Su queste basi (anche di synth) Plastique e Deadbeat costruiscono il loro concept: una favola digitale che vi si proporrà in dodici momenti di ottima elettronica, fiaba che richiama Dorothy ed il suo omino di latta alle prese con la volontà inibita di amare, come anche un Edward che per colpa del suo corpo e delle sue mani non può desiderare e, nonostante la tenerezza profusa, viene relegato nei freak. Il sentimento è forte e romantico, dolce ed amaro tra le note che Deadbeat (il robot) inventa per la sua amata ragazza, e facendolo crea idillio finissimo come nei mille droni di "Never Ever" che diventano ammalianti frasi algoritmiche nel forgiarsi con le macchine, o nella ballabile "Crash Course In Hate", vivace su quei rimandi di dance seventies (un'altra coppia di robot-ragazza esaltata da Dee D. Jackson). Atmosfere house in "The Isle", vincente nel crescere su canoni di synth-wave contaminati, così come anche "Prayer", nel contesto generale l'episodio più simile al background dei Welle: Erdball, o la finissima e dolcissima partitura dronica di "I Will Always Be With You" , una ballata che non potrà non catturarvi. Con "The Beauty Of Decay" si manifesta tutta la grandezza di Trisol: potente in mezzi e marketing, la label tedesca può permettersi di affacciarsi in questi giorni sul mercato sul versante totalmente dance del nuovo album dei Mergel Kratzer (di cui abbiamo già parlato nelle nostre pagine) quanto col nuovo episodio del raffinato folk-noire di Rome, così come con questa nuova avventura di chi, nelle file di un act tedesco di grande dignità 'dancy', ha cresciuto le sue idee. The Girl And The Robot, lo ribadiamo, nella miscela di partiture unite al melodico canto teutonico di Plastique ci regala questa piccola, deliziosa fiaba postmoderna a cui noi, eterne e oscure vittime della sindrome di Peter Pan, non vogliamo assolutamente sottrarci.
Nicola Tenani
http://thegirlandtherobot.com/