11-05-2010
T.W.Z.
"Serpent Column Portal"
(Advoxya/Masterpiece)
Time: (54:09)
Rating : 4
Abbiamo adulato più volte la scena elettronica svedese per l'assoluta qualità dei suoi gruppi, ma l'eccezione ci doveva pur essere, e si chiama T.W.Z.: l'ex-trio di Götheborg (del quale ci eravamo già occupati in occasione del precedente "Evolution", datato 2008) rappresenta infatti, almeno attualmente, il punto più basso di un panorama estremamente florido che sin qui ci aveva spesso e volentieri entusiasmati. Il progetto, la cui formazione risale al 2003, è oggi nelle mani del solo Richard, sporadicamente coadiuvato dalla cantante Solskugga, e questa nuova release (la sesta in totale, vinili e download inclusi) fa segnare un netto passo indietro rispetto al già sorvolabile "Evolution": se da un lato il suono resta ancorato ad una dark-electro in linea con gli anni '90 in odore di harsh, sono sia il songwriting (monotematico ed orientato esclusivamente al beat ballabile) che la produzione (troppo soffocata e per nulla incisiva, specie per quanto concerne le vocals) a registrare un preoccupante calo qualitativo. Se escludiamo l'iniziale "Quetzacoatl" e la conclusiva "9 Eb", oscuri momenti strumentali di stampo neoclassico atti a fare da intro ed outro, ciò che rimane sono nove brani privi di costrutto: beat sempre banalmente ballabili con variazioni minime, melodie prevedibili (anche se talvolta apprezzabili) che vengono prontamente stroncate da una produzione scialba, bilanciata malissimo e totalmente inefficace, una voce tediosamente brutale filtrata in maniera pessima e delle vocals femminili per lo più stonate (i 'vocalizzi' della signorina in questione fanno rabbrividire) a far da contraltare qua e là sono tutto quello che troverete nelle varie tracce, che si susseguono senza alcun sussulto. È inevitabile pensare che con una produzione adeguata e delle vocals degne di tal nome l'effetto sarebbe stato completamente diverso (le discrete orchestrazioni della title-track, ad esempio, avrebbero fatto la loro figura), ma come abbiamo già detto il passo indietro riguarda anche il songwriting, praticamente privo di varianti e di una staticità agghiacciante: tutto da rifare, in ogni senso.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://twz.oblivioncreations.se/nind.twz
http://www.advoxya-records.com/