06-04-2010
MT. SIMS
"Happily Ever After... Again"
(Punch Records)
Time: (59:00)
Rating : 8
Cosa rende grande un musicista? Quali doti deve saper coniugare nel tempo? Innanzitutto la non staticità anche dopo un consenso raggiunto, mettendosi in discussione senza cadere nella trappola di rendersi amorfo anche quando la stampa ed il pubblico lo hanno sostenuto. Nel caso di Mt. Sims, con riferimenti musicali nati lontani nel tempo glorioso in cui si scrivevano le pagine storiche del dark, le difficoltà aumentano ed ancora più complesso risulta il percorso che porta il musicista a dare di sé un'immagine fresca e non stantia. Perché il nostro Matthew si diletta a comporre canzoni con odori forti che toccano il post-punk classico con occhi di riguardo a quel batcave-sound così difficile da emulare. Pertanto ancor più forte è la necessità di attribuirgli il merito di avere dato un importante significato ad "Happily Ever After", album del 2008 edito da Hungry Eye Records a cui ben si ricollega questo seguito. Un'antologia ideale ristrutturata di lontani echi e neogeometrie dove lo schema chitarra-voce-basso-batteria spesso è destrutturato in favore di synth che donano nuovi organismi sonori con ambiziosa libertà compositiva. Proprio per questi motivi "Love's Revenge" (uno dei brani presenti anche in "Happily Ever After") riporta l'orecchio a quel dark ancora nevrotico nelle sue tracce di postumi punk ma che trova nuovi sentieri percorribili grazie all'elettronica, ricordando i Death In June di "The Calling" e "She Said Destroy" o i Chameleons dai grandi meriti evolutivi nei gironi sonori alla fine degli anni '80. Suoni di tastiera imperiosi ed ossessivi, basso nevrotico e virtuoso ancor più marcato pensando ad un suono sempre molto elettronico (così 'cold' e simile a progetti identificabili negli ambiti di Guerre Froide), come nell'ottimo ma ancora acerbo album "Wild Light" del 2004. Erano gli anni in cui Mt. Sims produceva gran parte del proprio materiale per la storica International Deejay Gigolo Records, ancora con il monicker Mount Sims. Ora l'uso del basso così vivo tra le dita ha il senso di una voce disperata aggiunta e connota questo nuovo full-lenght in una speciale nicchia in cui il crossover è la forza delle tracce. Ascoltate "Disappearing Act" ed il suo stupendo duello tra basso e chitarra elettrica per sentire un suono che va oltre a tutto ciò che molte band non sono riuscite a rendere nel death-rock: il malessere che si esalta negli strumenti come nella voce, la disperazione ed un pathos sconfortato, ma che può anche essere raffinato e non solo urlato nel classico post-hardcore-punk americano tipico del death-rock. A volte i figli di Rozz Williams sono illegittimi e non hanno ereditato la classe del creatore dei Christian Death... Lo stesso vale anche per "In Exile", così vicina ai suoni che nel Batcave londinese rendevano famosi i Lords Of The New Church di "Is Nothing Sacred?", ma rivitalizzata e resa attuale nel sound, restauro che ha preso vita con band che ora viaggiano in odore di mainstream come Interpol o She Want Revenge, nonostante si affinino maggiormente con il classico cupo malincuore dei Joy Division. Mt. Sims nel suo continuo peregrinare tra Berlino e la California natia ricopre parallelo lo stesso percorso di Frank The Baptist, anche plasmando il goth-sound negli effluvi più contorti e scuri del dark europeo, e gli riesce bene il suo assorbire la realtà tedesca (non a caso, tra i collaboratori del Nostro, pure Jessie Evans dei Vanishing ha scelto Berlino come sua nuova casa). Un mondo a cui Sims appartiene di diritto che, se avesse visto la luce nei primi anni '90, avrebbe avuto sorti molto diverse da quelle che il morente mercato europeo darà lui nel futuro, ma che non ci impedisce di continuare a credere che l'ottimo post-punk possa sempre esistere con dignità e passione. Ancora un centro quindi per gli arcieri della Punch Records: i friulani difficilmente sbagliano bersaglio, vista la prerogativa della label di volere sempre musicisti che non siano emuli scontati di qualcosa d'altro. Nella loro felice strategia di marketing privilegiare il crossover come teoria e pratica commerciale per distinguersi ed emergere ci porta a definire "Happily Ever After... Again" uno stupendo gioiello di musica... 'post-Punch'!
Nicola Tenani