06-04-2010
ATTRITION
"Ephemera - Incidental Musics Volume II"
(Two Gods)
Time: (49:05)
Rating : 7.5
Pubblicato originariamente nel 1995 dalla storica etichetta Hyperium, "Ephemera" rappresenta una delle tante e felici devianze degli Attrition dai loro suoni più canonici e per alcuni aspetti oggigiorno un po' desueti. Le cinque lunghe tracce incluse nel dischetto lasciano spazio agli spunti più vari, mantenendosi aderenti ad un'elettronica cupa e d'atmosfera, comunque distante dai canovacci dark ambient dei nostri giorni. L'oscurità viene creata con temi di tastiera a cui vengono accostate basi ritmiche non danzabili, a tratti sincopate o addirittura dall'andamento tribal. Di frequente vengono aggiunti dei temi sinfonici generati elettronicamente, che si spingono fino ad una cibernetica versione dell'"Inno alla Gioia" di Beethoven in "Wetenschap", possibile tributo a quanto fece già Wendy Carlos. Di rado è chiamata all'opera anche la strumentazione, con inserimenti di piano ("A Great Desire"), frammenti di riff di chitarra ("The Long Wait") e sontuose partiture di organo ("The Big Lie"). Centrale è anche l'uso delle voci, ma si noti che Julia Waller è assente: in luogo della celebre vocalist troviamo stralci di cori rielaborati in studio, sezioni di canto gregoriano e lo spoken-word di Martin. Alcune soluzioni risultano in anticipo sulle future evoluzioni sonore, come l'entrata simil-glitch della conclusiva "Lang Zal Jij Leven". Il CD è una sintesi eccellente di sonorità in parte ormai evolute, ma che tornano come fonte di ispirazione e che a breve saranno ulteriormente riprese, come tutti gli spunti eccellenti del passato. Martin Bowes ha sempre dato il meglio quando ha messo da parte i motivi dance e ha dato sfogo alla propria vena creativa: "Ephemera" ne segna uno dei momenti più alti, 'ripulito' dallo schematismo discotecaro di altri album degli Attrition. Necessariamente da recuperare.
Michele Viali