15-03-2010
ABACAY
"Victims Of Circumstances"
(Whiterock Records)
Time: (42:41)
Rating : 7
Sebbene questa rivista intenda occuparsi di musica prevalentemente oscura, le occasioni per 'uscire dal seminato' e proporre ai lettori qualcosa di differente non sono mancate, tanto che sin dall'inizio abbiamo inteso ritagliare per esse uno spazio ad hoc con la Room 107. E non poteva che finire in tale stanza virtuale il debutto di Abacay, duo tedesco nato dall'unione fra Melany Morganstern e Miles D. Torrance a seguito della ricerca di quest'ultimo di una nuova voce per il suo progetto, viste le dimissioni della precedente singer. Melany non ha però portato solo la sua graziosa e dolce voce al cospetto del navigato Miles, ma ha contribuito attivamente al songwriting per i brani che compongono questo debutto, accompagnato da un'inevitabile cambio del moniker nel segno di un nuovo inizio a 360 gradi. Qualcosa di differente, dicevamo, e già le influenze citate sulla pagina myspace parlano chiaro: si va da Madonna a Lene Marlin, da Nelly Furtado a Dido, da Pink ai Pet Shop Boys, e se da un lato è difficile condividere la presenza di taluni riferimenti, in questa lista possiamo invece infilare tranquillamente i più affini Cranberries e Natalie Imbruglia. Dunque, indiscutibilmente, pop: un suono arioso, diretto e catchy costruito attorno ad una chitarra gentile ed ai synth, di facile presa (senza eccedere in ruffianeria) e con un potenziale commerciale importante, come dimostra il milione abbondante di contatti sulla pagina myspace del duo. Ognuno dei dieci brani gode di un potenziale radiofonico evidente, sia che si parli della più dolce "My Radio" che della più suadente "One Time", per tacere dell'immediatezza di episodi come la title-track ed il singolo "Guitar Girl" (contenente una cover dell'inno depechemodiano "Enjoy The Silence")... Forse per qualcuno il taglio pop del disco risulterà eccessivo e sin troppo leggero o solare, ma è bene precisare che non siamo di fronte agli 'eccessi di zelo' ed alle ruffianate 'made in MTV': a dimostrarlo ci sono momenti come "Moby" e "Nothing", dotati di ritornelli più elettrici, oppure il buon guitar-work di "Dry", o ancora le soluzioni più ricercate della malinconica "Underpaid", esempi lampanti di come anche il sound più radio-friendly possa offrire occasioni di svago senza rinunciare ad un po' di sano costrutto. Non ci sarà da stupirsi se un giorno qualche major si accorgerà del duo e ne proietterà i brani in vetta alle charts, ed anzi, faremmo bene ad augurarcelo, perché era molto meglio quando in testa alle classifiche commerciali c'era Natalie Imbruglia con "Wrong Impression" anziché Lady GaGa con le sue carnevalate di pessimo gusto: sarà pure una preoccupazione inutile e/o una magra consolazione, ma ci pare già abbastanza per tifare per gli Abacay.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.whiterockrecords.com/