01-03-2010
WAVES UNDER WATER
"Serpents And The Tree"
(Calorique Records/Danse Macabre)
Time: (46:23)
Rating : 8.5
Nel maggio dello scorso anno abbiamo fatto la conoscenza dei Waves Under Water attraverso un promo a tre tracce atto a presentare agli addetti ai lavori il sound di questo giovane act (la cui nascita, lo ricordiamo, risale all'ottobre del 2007), in vista di un debut-album previsto per inizio agosto 2009. L'album d'esordio del trio di Stoccolma (Angelica Segerbäck alla voce, Johan Svärdshammar al basso, synth e seconda voce e Rickard Kretschmer alla batteria per i live, cui va aggiunto l'apporto di Ursula Ewrelius, addetta ai synth nei concerti) è infine uscito due mesi più tardi del previsto, ma a parte questo, quel che davvero conta è che avevamo visto giusto: Waves Under Water è l'ennesima splendida realtà proveniente da una scena - quella svedese - che, quando si parla di elettronica alternativa di altissima qualità, non teme rivali, e quindi non possiamo che essere lieti di averne evidenziato per primi in Italia le indiscutibili qualità, messe letteralmente nero su bianco da questo superbo esordio sulla lunga distanza. Avevamo previsto un debutto maturo ed entusiasmante, e le nostre previsioni si sono rivelate esatte: "Serpents And The Tree", racchiuso in un bellissimo digipack a sei ante completo di booklet, mette in pieno risalto le grandi doti di una band forte e coesa la cui elettronica si muove agile, suadente, elegante, carismatica e seducente fra la frizzante energia del future-pop e la sontuosa classe di un songwriting che guarda agli 80s con la medesima glaciale sensualità e raffinatezza che guidava Elena Alice Fossi nei suoi Siderartica. Non l'ennesimo gruppo che si rifà spudoratamente al (synth)pop degli anni 80, men che mai nei suoni (ai synth vintage rispolverati per puro opportunismo da troppi 'revivalisti' odierni i Nostri rispondono con un uso saggiamente più consono ai nostri tempi delle migliori intuizioni strutturali del pop elettronico della storica decade ottantiana), bensì artisti capaci di apprendere le importanti lezioni del passato (le algide ma irresistibili atmosfere di molti brani parlano chiarissimo in tal senso) e di metterle in pratica all'interno di un sound personale, coinvolgente, variegato ed incisivo che convince appieno, sia che si tratti di momenti dalla dirompente indole dance e dal groove letale ("My Cup", la title-track, "I Am The Ocean") che di episodi dove la matrice 80s è più che mai evidente ("Thirsty", "Summerland", "Because She Is Immortal", "Dead Leaves", "Nothing More"). Un suono che si esalta nei beat scattanti ma che sa stemperare i toni con grande maestria quando atmosfera e raffinatezza strutturale devono prevalere, forte di un'avvolgente ed innata sensualità, di cantati e refrain impeccabili (la voce della brava Angelica, aperta alle sfumature più disparate, ha tutto il potenziale per sedurre sia la nuova che la vecchia generazione di 'electroheads', al pari delle sonorità espresse dal trio), di melodie la cui efficacia è indiscutibile e di un pathos che rivela una sensibilità artistica importante, il tutto esaltato a dovere da una produzione ottimale, capace di sottolineare le importanti prerogative di un sound vincente, dove peraltro non guastano gli sporadici ma puntuali interventi di chitarra degli ospiti Ben Zarges e Michel Jonasson. I Waves Under Water non hanno di sicuro scoperto l'acqua calda: semmai hanno appreso certe fondamentali lezioni con lo spirito giusto ed hanno saputo metterci il cuore, ed oggi il loro grande estro concettuale (evidente anche sul piano visivo) ed il loro formidabile talento nello scrivere brani di enorme efficacia, pregio e freschezza sono sotto gli occhi di tutti: sono loro i newcomers più interessanti della sempre avvincente scena svedese in questo frangente temporale.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/wavesunderwater