15-02-2010
ROME
"L'Assassin"
(Trisol/Audioglobe)
Time: (18:00)
Rating : 7
La politica della Trisol, forte della sua presenza sul mercato discografico, permette di preparare con minuziosa dovizia il marketing per i suoi nomi di punta. Successe in occasione del debutto alla corte della label tedesca di Rome con l'EP che precedette "Flowers From Exile", e si ripete ora in vista del nuovo full-lenght. Quattro tracce, due inedite e due rivisitazioni, per un corto in cui Jérôme Reuter stuzzica con questi affondi di stiletto sonoro le aspettative dei suoi ammiratori, ormai diffusi in tutto il globo. Un alone circonda il nuovo album, ma due certezze si offrono chiare: Patrick Damiani, oltre ad avere una stabilità confermata in quello che possiamo a ragion veduta oramai definire un combo a tutti gli effetti, diventa protagonista del suono, incisivo per la sua caratteriale personalità musicale. L'intero sound ne guadagna, pur mantenendo i suoi peculiari sapori depressivi e melanconici. La seconda certezza risiede nelle liriche, che ad ogni uscita analizzano con dovizia un capitolo delle mortali debolezze: se fu Europa o guerra in precedenza, ora è l'animo nel suo profondo sotto i riflettori, in un percorso che sarà interessante scoprire nel full-lenght. La title-track è una struggente ballata orchestrata dai violini e ritmata dalla chitarra acustica: inutile sottolineare la bellezza della voce di Jérôme, che lo pone in prima fila tra i moderni chansonnier-noir di scuola rinomata. Ancora più struggente è l'altro brano inedito: "One Flesh", in cui l'archetto di violino è vivo tra le mani del greco Nikos Mavridis, che dà voce al suo strumento oltre al suono, straziato, così adatto alla voce di Reuter. Poi due brani rivisitati da "Masse Mensch Material" (segnatamente "Der Brandtaucher" e "Der Erscheinungen Flucht", ambedue proposti nella 'stringed version'), più percussivi rispetto all'originale, in una luce diversa per una rilettura di classe. Che dire, se non che è sempre impaziente il tempo speso ad aspettare una nuova creatura di Rome? Anche il 2010 avrà la sua impronta, e noi saremo pronti a coglierla.
Nicola Tenani